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La prima bugia di Joanne Harris

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La prima bugia

Rebecca ha vissuto anni duri per arrivare dov’è ora. È la nuova rettrice di St Oswald, una scuola in cui le donne, fino a poco tempo prima, non avevano nemmeno il permesso di entrare. Di certo non dall’ingresso principale.

Adesso, invece, è Rebecca a decidere chi entra e chi esce. I suoi progetti, come lei, sono ambiziosi, ma quando un fantasma del passato riappare proprio in quei corridoi, la minaccia di perdere tutto è troppo grande. Nella sua storia c’è un segreto inconfessabile che mette a repentaglio una vita che Rebecca ha impiegato gli ultimi trent’anni a ricostruire.

Trent’anni senza suo fratello. Trent’anni passati a cercare una risposta. Trent’anni segnati da un’inquietante presenza, quella di un ragazzo che, senza mostrare il suo volto, non ha mai smesso di tormentarla.

La nuova rettrice non ha altra scelta: deve tenere il passato fuori da quei cancelli. Ma deve anche fare attenzione perché ci sono cose che sono lì dentro da sempre.

La memoria è un posto di sabbie mobili invaso da piante striscianti

soprattutto quando sei ancora una bambina e la tua esistenza viene sconvolta improvvisamente dalla misteriosa scomparsa del tuo fratello maggiore.

Un evento questo, che segna drammaticamente e in maniera irreversibile la vita di Rebecca, l’ultima ad averlo visto vivo, e dei suoi genitori, incapaci di reagire, che si rifugiano nella speranza di ritrovare il ragazzo dando credito a chiunque si spacci per il figlio, trascurando così la figlia sopravvissuta:

io ero sempre stata lì, a curarmi di loro – ad amarli – eppure, alla menzione di Conrad, loro erano disposti a seguire il pifferaio

Ma cosa è successo a Conrad ? E Rebecca cosa ricorda veramente di quel giorno ?

Questi sono gli interrogativi intorno ai quali ruota La prima bugia, concepita e strutturata su un duplice piano temporale, in un’alternanza perfettamente equilibrata tra passato e presente.

Raccontata in prima persona e sotto forma di dialogo tra le due voci narranti, protagoniste e testimoni degli eventi che portarono alla misteriosa scomparsa di Conrad: Rebecca Buckfast

una tempra d’acciaio, anche se pare morbida come un agnellino

nuova rettrice della St.Oswald, e Roy Straitley, storico insegnante della scuola, refrattario ai cambiamenti, che

si aggrappa ostinatamente ai simboli e ai metodi del passato

L’avvio del romanzo ha il passo lento dei ricordi rimasti bloccati nella mente di Rebecca e che riaffiorano a mano a mano che procede nel racconto, pezzetti minuscoli di un puzzle tragico e complesso, una storia che si svela piano, con i salti temporali inseriti al momento giusto, che prende quota lentamente ma inesorabilmente come l’autrice stessa fa dire a Roy:

il suo racconto si dischiude come una cipolla: foglia dopo foglia, strato dopo strato, per rivelare il suo centro che farà piangere un uomo anziano

La prima bugia è un thriller psicologico che cattura il lettore e lo tiene avvinto alle sue pagine grazie alla caratterizzazione dei personaggi, delineati alla perfezione dalla penna attenta dell’autrice, che mette in luce le personalità dei protagonisti evidenziandone i contrasti che riflettono le contraddizioni dell’epoca, ad un’ambientazione particolarmente suggestiva ed evocativa dell’atmosfera del tempo in cui si svolgono i fatti, le due prestigiose scuole: King Henry e St. Oswald, ad un intreccio ricco di mistero che porta a scavare nei meandri più oscuri della mente umana.

Un romanzo che va oltre il thriller quando denuncia un ambiente maschilista e le difficoltà di inserimento e affermazione della donna al suo interno:

I maschi ottenevano dei risultati, le femmine no

La protagonista infatti, alla ricostruzione di quanto avvenuto nel passato, del trauma infantile legato alla scomparsa del fratello che ha segnato la sua infanzia e tutta la sua vita, accompagna una riflessione più ampia sulle disuguaglianze e la discriminazione tra uomo e donna di cui è stata vittima, sia in ambito familiare che lavorativo:

essere una donna, avevo appreso, significa essere il costante destinatario di consigli maschili

Una trama che si rivela interessante per le molteplici sfaccettature presenti e che coinvolge il lettore dalla prima all’ultima pagina.

Traduzione: Laura Grandi
Editore: Garzanti
Pagine: 416
Anno pubblicazione: 2023

Joanne Harris è una scrittrice britannica

Nata da madre francese e da padre inglese nel negozio di dolciumi dei nonni, è cresciuta a cibo e folklore.

La sua bisnonna era una “strega” e una guaritrice.

Tutto ciò è stato un ingrediente essenziale per lo sviluppo dei suoi romanzi. Ha studiato presso la scuola media di Wakefield e si è laureata presso il St Catharine’s College di Cambridge, in Lingue medievali e moderne.

Dopo la laurea si è dedicata all’insegnamento di lingua e letteratura francese.

Il suo primo romanzo, The Evil Seed, è stato pubblicato nel 1989.

Nel 1999 esce Chocolat (pubblicato in Italia da Garzanti con la traduzione di Laura Grandi), che l’ha resa famosa e che è diventato un film della Miramax, diretto da Lasse Hällstrom con Juliette Binoche…

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