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Il predatore di Marco Niro

Copertina Il predatore di Marco Niro
La storia dell’uomo è, da sempre, storia di prevaricazione dell’uomo sull’uomo.

Il predatore

Recensione di Ketty Marchese

C’era una volta, e c’è ancora, un paese di nome Cimalta, una manciata di case sfrontatamente addossate alla costa della montagna, novecentoventi metri sopra il livello d’un mare che alcuni dei suoi tremila abitanti non avevano mai visto. La vita, in paese, era sempre trascorsa lieta e serena, si potrebbe dire persino felice. Finché un giorno il male, assumendo sembianze ferine, giunse di colpo a gettarvi il più grave scompiglio. Da allora, nulla è stato più come prima.

Recensione

Noir dai mille spunti, Il predatore è una di quelle storie in cui si toccano tantissimi temi, uno più importante dell’altro, senza mai uscire dal seminato, senza mai appesantire la trama.

Ne Il predatore, Niro con uno stile fluido, ben congeniato ed originale, con una forma che sembra mescolare diversi generi narrativi, ci racconta una storia che parla di uomini e animali, di ferocia e istinto, che meritava di essere messa nero su bianco.

Siamo in un paese delle Alpi dove la vita scorre serena, la natura fa da sfondo e nulla sembra poter scuotere la quiete che si respira, almeno agli occhi dei turisti che vanno e vengono. Ma chi la montagna la conosce, lo sa.

“C’era una volta, e forse c’è ancora, un paese di nome Cimalta, una manciata di case sfrontatamente addossate alla costa della montagna, novecentoventi metri sopra il livello d’un mare che alcuni dei suoi tremila abitanti non avevano mai visto, la vita in paese era sempre trascorsa lieta e serena, si potrebbe dire felice, finché un giorno il male giunse di colpo a gettarvi scompiglio.

La narrazione de Il predatore presenta progressivamente i personaggi in un flusso continuo di cambi di punti di vista e di scena, che permettono al lettore di conoscere pienamente tutti i protagonisti, di entrare nelle loro vite, che poi non sono forse tanto diverse da quelle di chi sta leggendo.

L’autore ci mette subito davanti alla realtà, quella felicità non esiste, è solo narrazione, ci racconta di uomini troppo occupati a far carriera, tanto da non rendersi conto di cosa gli accade intorno, fagocitati dal lavoro, ci racconta di figli in piena adolescenza che cercano la loro strada, che hanno voglia di lottare per affermare il proprio io, che cercano disperatamente di far sentire la propria presenza, di mogli che non esistono più o che stanno diventando trasparenti, di politici corrotti che ambiscono ad essere Dio, e di chi in Dio ha perso ogni speranza.

Raccontare dei singoli personaggi de Il predatore, servirebbe a togliere al lettore il gusto di scoprirli piano piano leggendo di loro, ma capitolo dopo capitolo le loro vite appaiono chiare, vere, reali.

E poi lei, la montagna, con le sue gioie e i suoi dolori, forte e fiera, popolata da animali selvaggi con le loro regole, da uomini che conoscono quelle regole e le rispettano e da chi invece non sa che farsene.

La percezione che ho avuto leggendo Il predatore è che sicuramente l’autore ami i posti che racconta. Non so se in merito alla vicenda centrale del libro, il suo pensiero sia come quello di uno dei suoi tanti personaggi, ma so che il mio è come quello di don Ruggero.

“Pensate forse di essere le sole creature di Dio a questo mondo? Dio ha creato ogni cosa. Ogni specie vivente è figlia di Dio tanto quanto l’uomo. Ma molti ormai hanno relegato la natura al ruolo di ambientazione per qualche serie TV o per qualche documentario…

Per quanto riguarda il caso, su quei monti avvengono delle morti cruente, morti che lasciano il lettore impietrito.

La trama de Il predatore non ha un andamento classico, le indagini del commissario Andrisani non sono il perno di tutta la storia, ma solo dell’ultima delle parti in cui il thriller è diviso: l’attacco, la caccia, la cattura.

Ciò non toglie che l’attenzione e la curiosità del lettore rimangano sempre elevate fino al finale, assolutamente inatteso, che lascia piacevolmente colpiti per la sua originalità, anzi forse per il suo crudo realismo.

Editore: Bottega Errante Edizioni
Pagine: 328
Anno pubblicazione: 2024

Thriller Life ha intervistato Marco Niro sul suo libro Il predatore, clicca qui per leggere l’intervista completa.

Marco Niro (1978) è giornalista e scrittore.

Laureato in Scienze della comunicazione, ha collaborato con varie testate giornalistiche e oggi si occupa di comunicazione ambientale.

Ha all’attivo un saggio (Verità e informazione. Critica del giornalismo contemporaneo, Dedalo 2005), un libro per ragazzi (L’avventura di Energino, Erickson 2022) e, con il collettivo di scrittura Tersite Rossi, quattro romanzi (È già sera, tutto è finito, Pendragon 2010; Sinistri, e/o 2012; I Signori della Cenere, Pendragon 2016; Gleba, Pendragon 2019) e due raccolte di racconti (Chroma. Storie degeneri, Les Flâneurs 2022; Pornocidio, Mincione 2023).

Il predatore (2024)

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