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Scrittori al veleno: mistero alle Cinque Terre di Nicola Lecca

Copertina di Scrittori al veleno: mistero alle Cinque Terre di Nicola Lecca
"...nulla più si vive profondamente: perché ci si sente in dovere di condividerlo mentre ancora sta accadendo, pur di suscitare approvazione e lenire le proprie insicurezze."

Scrittori al veleno: mistero alle Cinque Terre

Recensione di Emanuela Ferrara

Questa sera, in diretta sulla BBC, Lady Doris Coleman, celebre volto del giornalismo britannico, intervista un personaggio magnetico ed enigmatico: Antonina Pistuddi, scrittrice sarda cinquantenne che, in gioventù, con il suo romanzo d’esordio L’isola del rancore, ha vinto i più prestigiosi premi letterari italiani.

Nonostante il successo, Antonina ha preferito condurre una vita ritirata, coltivando la propria scrittura di ottima qualità, ma con risultati commerciali sempre più deludenti. E ora è sotto inchiesta: accusata di omicidio plurimo volontario.

Quattro le vittime: tutti esponenti di quella nouvelle vague letteraria cui Antonina si è sempre categoricamente sottratta e tutti ospiti, come lei, di Villa Solitudine, un Centro internazionale a tutela della poesia e della letteratura arroccato in cima alla più alta scogliera di Manarola, nelle Cinque Terre.

Si tratta di Alvaro Moret, autore di un bestseller che svela i segreti per diventare perfetti influencer; Lizzie Eden, parlamentare inglese che, in un memoir sconvolgente, ha narrato il suo passato di escort; Arlanda Levin, cantante svedese che non ha letto nemmeno una pagina del romanzo confezionato per lei da un ghost writer; e Julien Corbusier, modello francese dipendente dal Fentanyl, ma anche poeta e idolo degli adolescenti grazie a una raccolta di versi decisamente instagrammabili.

La convivenza si preannuncia fin da subito difficile, ma, giorno dopo giorno, immersi nella magia delle Cinque Terre e incantati dalle mareggiate al Ventegà di Vernazza, gli ospiti di Villa Solitudine sembrano trovare una certa armonia. Almeno fino a quando i quattro ragazzi chiedono ad Antonina di preparare uno dei suoi leggendari risotti, con i funghi raccolti durante una passeggiata nei boschi…

Recensione

Tutto è iniziato con la morte in diretta televisiva di Alfredino. L’agonia del bambino, la sfilza di eroi che si calavano nel pozzo, l’arrivo del presidente della Repubblica, Sandro Pertini, furono il primo reality show della storia italiana. Il primo circo mediatico cavalcato per distogliere l’attenzione generale dalla pubblicazione delle liste della loggia massonica P2.

È di questo che Nicola Lecca vuole parlare.

Di come tutto è cambiato, di come la nostra società si sia trasformata in qualcosa senza valori e senza arte.

Di come la massa sia facilmente manipolabile.

Lecca lo fa analizzando il mondo dell’editoria e come essa si sia piegata alle logiche di mercato, tramite una storia che potrebbe apparire surreale ma che, a ben vedere, non è poi così improbabile.

Quattro autori chiusi in una lussuosa villa incastonata nelle Cinque Terre si trovano a condividere vita ed esperienze con una “vera” scrittrice, una all’antica, Antonina Pistuddi, autrice di un romanzo profondo, ma che, da tempo non è più presente nelle classifiche di vendita.

Le loro esistenze si mescolano senza incontrarsi mai veramente.

Il loro è più uno scontro tra il “vecchio” e il “nuovo”.

Tra il passato profondo e il presente frivolo.

Un incontro/scontro che si conclude nel peggiore dei modi: la morte dei quattro avvenuta per intossicazione da Amanita phalloides, un fungo velenosissimo inserito (volontariamente o meno, questo è l’aspetto giallo del romanzo) come ingrediente di un risotto cucinato e non mangiato dalla Pistuddi.

Scrittori al veleno: mistero alle Cinque Terre vuole essere un romanzo-denuncia e come tale si presenta sin dalle primissime pagine.

Il ritmo vorrebbe essere serrato, il tempo, quello di uno show televisivo.

La vicenda, infatti, viene narrata in diretta tv, dato che si presenta come un’intervista alla presunta assassina.

Ci si aspetterebbe, quindi, una velocità di scrittura che, però, troppo spesso, viene a mancare.

Certo, impossibile non soffermarsi sulle bellezze naturalistiche delle Cinque Terre, ma sarebbero davvero lecite delle digressioni così lunghe in uno show televisivo pensato per far confessare in diretta Antonina Pistuddi?

Lentezza delle descrizioni a parte, Scrittori al veleno è colmo di riflessioni importanti, rivolte per lo più alle nuove generazioni, alle quali una lettura simile potrebbe fare solo del bene.

Nicola Lecca parla del male del secolo, dei social network e di come questi abbiano cambiato il mondo.

…nulla più si vive profondamente: perché ci si sente in dovere di condividerlo mentre ancora sta accadendo, pur di suscitare approvazione e lenire le proprie insicurezze.

Non c’è più stupore e profondità nei nostri giovani e la colpa, per quanto possa sembrare strano, non è certo la loro.

I veri responsabili di questa oscena deriva siamo noi, le vecchie generazioni che, contrariamente alla Pistuddi, non si ribellano, ma che, anzi, continuano a proporre ignoranza e inconsistenza.

Un tempo le case editrici, ma questo è solo un esempio,

Vendevano i libri che stampavano […] oggi stampano i libri che si vendono e, pur di assicurarsi un facile guadagno, molti editori offrono ponti d’oro a gente che ha costruito la propria popolarità fotografandosi in mutande.

È questa la società che abbiamo costruito e che like dopo like stiamo forgiando.

Una società in cui le chiacchiere da bar si sono trasformate in solida realtà e in cui nessuno si sente più in diritto/dovere di stare zitto.

Le parole, si sa,

sono affilatissime ed entrano nel cuore e nella mente delle persone.

Bisognerebbe davvero fermarsi un attimo e pensare a ciò che stiamo lasciando.

Più che un giallo, Scrittori al veleno: mistero alle Cinque Terre appare come un esercizio di stile volto a denunciare la modernità dell’editoria che, attualmente, bada più ai risultati economici che alla qualità delle pubblicazioni.

Nicola Lecca, nelle 130 pagine che compongono Scrittori al veleno, si lascia affascinare, forse un po’ troppo, dai luoghi (pur meravigliosi) in cui ha deciso di ambientare il suo giallo.

Le Cinque Terre risultano essere così il vero protagonista del racconto.

Solo dopo di esse, arrivano i personaggi e, soprattutto, l’attacco all’apparenza e all’improvvisazione.

L’idea dell’autore è sicuramente di grande pregio, ma avrebbe meritato qualcosa in più.

Scrittori al veleno: mistero alle Cinque Terre in alcuni passaggi risulta quasi poco ricercato e questo è un punto a sfavore di Lecca, che in passato aveva dato dimostrazione di grande precisione e ricercatezza, non solo stilistica.

Precisione che si perde, purtroppo, anche nella copertina del libro in cui sono raffigurati due esemplari di fungo Amanita muscaria e non di Amanita phalloides, l’esemplare letale che ha ucciso i protagonisti della vicenda.

Una banalità certo, ma di quelle che fa storcere il naso ai più precisini.

Nicola Lecca in Scrittori al veleno appare come un nostalgico, come uno che sente il peso di ciò che scrive, pur utilizzando, di proposito, una terminologia banale e poco ricercata.

Ma forse è proprio da qui che bisognerebbe ripartire.

Dal basso, dalla semplicità che genera profondità.

Dallo spegnere almeno per un attimo i dispositivi mobili che hanno il potere di trasformare

la mente in un pacco di coriandoli.

Forse solo così potremo veder nascere un nuovo Pasolini o un nuovo Sciascia e veder sopperire tutti gli Alvaro Moret che abbiamo costruito.


Editore: Mondadori
Pagine: 160
Anno pubblicazione: 2024

Cagliaritano classe 1976, Nicola Lecca esordisce nel 1999 con la raccolta di racconti Concerti senza orchestra, finalista al Premio Strega e al Premio Chiara e vincitore del Premio Rhegium Julii per l’Opera Prima e del Premio letterario Basilicata.

Nel 2013 conquista il Premio Fenice-Europa con il romanzo La piramide del caffè.

Ha pubblicato articoli e reportage su riviste e quotidiani tra i quali L’Unione Sarda, l’Unità, la Repubblica e Il Giornale.

Premio Hemingway per la letteratura nel 2003, è tradotto in 15 paesi europei e in Brasile.

Nel 2024 pubblica Scrittori al veleno con Mondadori












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