Risplendo non brucio
Recensione di: Alessandra Boschini
TRAMA:
La neve è macchiata di sangue, attorno alla torre del castello di Kransberg. Adlerhorst pochi metri di distanza, il Führer è asserragliato in un bunker, preda di deliri e paure dopo l’attentato del luglio 1944. Ma Johann Maria Adami non ha tempo di pensare al poco spazio che lo separa dal dittatore, ultimo responsabile del suo internamento a Dachau.
Il professor Adami ha un incarico: scoprire la verità che si cela dietro la morte sospetta di un soldato nazista. Suicidio? O un complotto alle spalle di Hitler? Veil Seidel, l’ufficiale delle SS che lo ha prelevato d’imperio dal campo di concentramento, è un suo ex allievo e costringe Johann a una sfida contro il tempo: deve ricorrere a tutto il suo acume per sciogliere l’enigma, non solo nella speranza di salvare se stesso, ma per tenere al sicuro chi più ama. La neve è macchiata di sangue, attorno alle mura della Risiera di Trieste. Non è la prima volta che succede, e Ada teme, anzi, sa che non sarà l’ultima.
Ma individuare l’assassino è un’impresa impossibile quando la città stessa è invasa di assassini, che hanno riempito l’aria di cenere e di terrore. Nel seguire le tracce del colpevole, Ada è più che mai sola: non ha più suo padre, catturato dai nazisti perché dissidente e portato chissà dove. Non ha più un compagno, scomparso insieme ai partigiani in fuga.
Ha soltanto se stessa, il suo cuore, le sue capacità mediche… e un segreto. Da proteggere a tutti i costi. Questa è una storia di resistenza e coraggio, di orrore e saggezza, di fragilità ed eternità. Questa è la storia di un padre e una figlia, divisi dalla Storia e costretti a lottare con tutta l’anima perché la luce possa tornare a splendere…
RECENSIONE:
Ancora una volta Ilaria Tuti, con la sua penna capace di regalare emozioni uniche, ci racconta una storia che scava negli scenari della Seconda Guerra Mondiale e smuove le coscienze, portando a galla quel male capace di trasformare il cuore degli uomini.
Risplendo non brucio ci fa sprofondare nell’abisso di un male che sembra inarrestabile, quello di un momento storico in cui la malvagità umana ha toccato il fondo.
Da Dachau, “il campo delle bestie dove la vita umana non ha alcun valore”, alla Risiera di Trieste, “un tempo fabbrica che custodiva cibo che sfamava, ora un recinto dal quale si sollevano sospiri di dolore”, i due protagonisti principali sono chiamati a risolvere più di un mistero.
Johann Maria Adami si trova a Dachau come oppositore politico, ma viene richiesta la sua consulenza di medico forense nel castello di Kransberg, nientemeno che “il Nido dell’Aquila” , il quartier generale del Führer.
Veil Seidel, suo ex allievo ed ora capitano delle SS che “ha fatto della svastica la bandiera della sua morale”, ha il cuore nero come la divisa che indossa, ma nutre un profondo rispetto per Johann come uomo di scienza.
Ed è delle sue competenze in campo forense che abbisogna Hitler: sotto la torre del castello giace il cadavere di un giovane militare tedesco, Otto Haas, addetto alle comunicazioni.
L’essere esposto ad informazioni riservate, pone tutti sulla difensiva: Hitler è sempre più allucinato e pericoloso, è debilitato e provato dai numerosi attentati alla sua persona e vede complotti ovunque. L’armata russa sta avanzando, ma lui, nella sua lucida follia, crede ancora nella vittoria della Germania.
Nello stesso momento, a Trieste, Ada Adami, che dal padre ha appreso le nozioni mediche fin da bambina ed ora è medico pure lei, viene chiamata a cercare le tracce di un mostro che tortura e uccide giovani donne.
Risoluta e appassionata, si sente abbandonata e tradita dagli uomini della sua vita: il padre, rinchiuso nel lager, il marito , sparito il giorno dopo l’armistizio ed il fratello Stephan, morto suicida perché la sua anima sensibile non ha retto a quel mondo crudele.
Ma lei ha un figlio che deve proteggere a qualsiasi costo, anche abbandonandolo, se fosse necessario.
“Uno scricciolo con dieci grammi di piume e un’ala malformata doveva attraversare la più grande tormenta dell’umanità.”
Lei, donna sola, è chiamata a stanare un mostro che aggredisce le donne con un preciso rituale, un sadico che sembra avere una fame insaziabile.
A punti di vista alternati, i capitoli di Risplendo non brucio si susseguono in un crescendo di tensione portando il lettore a vivere ora le angosce di Johann, tra le nevi dell’Assia e la paura che lo avvolge per essere agnello in mezzo ai lupi, ora a Trieste, dove il vento gelido ed un cielo lugubre “sembrano sottolineare il carico di dolore che la terra assorbe”, portando Ada a camminare rasentando i muri per rendersi invisibile.
Ilaria Tuti qui ha dato vita a personaggi tratteggiati e caratterizzati da un meticoloso studio psicologico, inserendo e mescolando realtà e finzione senza che il lettore ne percepisca le sfumature.
Le descrizioni vivide e realistiche a cui ci ha abituati rendono emozionanti le vicende e struggenti certi passaggi a cui non si può restare indifferenti.
Risplendo non brucio è un thriller storico, un racconto di quel male che dissolveva gli esseri umani, togliendo loro l’identità tramutandoli in cenere, e non può che farci rabbrividire e scuotere le coscienze.
Ilaria Tuti, attraverso il suo caratteristico stile narrativo, riesce a farci percepire l’opprimente senso di paura, il clima di perenne sospetto, “il dolore e lo strazio di dover chiedere protezione ai morti, non ai vivi”, l’annientamento e l’aberrazione perché “erano due sopravvissuti: lei aveva attraversato l’inferno, lui lo aveva abitato ed era risalito”.
Non mancano, come sempre nei romanzi di Ilaria Tuti, inserimenti ad hoc che sembrano sottolineare la cruda realtà storica. Sono presenti infatti cenni a Lombroso e allo studio dell’interpretazione della grafia, mentre Johann Adami “fantastica di poter scrutare nella mente dell’uomo osservando le lettere”, e a Freud, che affermava quanto “l’aggressività generata dalle guerre fosse innata nell’uomo, abitato, per sua natura, da pulsioni di morte”.
In un crescendo di tensione, ansia e pathos, Ilaria Tuti col questo suo ultimo romanzo porta il lettore verso un finale che è una promessa di consolazione dopo le fiamme dell’inferno.
Luceo non uro (Risplendo non brucio) è il testamento ad un’umanità che non ha ancora imparato dai propri sbagli.
Altri romanzi dell’autrice recensiti per voi da Thriller Life sono “Come vento cucito alla terra” , “Madre d’ossa” e “La ragazza dagli occhi di carta” .
EDITORE: Longanesi
PAGINE: 320
Anno di pubblicazione: 2024
AUTORE:
Ilaria Tuti è nata a Gemona del Friuli, in provincia di Udine. Ha studiato Economia. Appassionata di pittura, nel tempo libero ha fatto l’illustratrice per una piccola casa editrice. Nel 2014 ha vinto il Premio Gran Giallo Città di Cattolica. Il thriller Fiori sopra l’inferno, edito da Longanesi nel 2018, è il suo libro d’esordio.
Tra i suoi libri ricordiamo anche: Ninfa dormiente (Longanesi, 2019) e Fiore di roccia (Longanesi, 2020). Del 2021 il romanzo La luce della notte, il ritorno dell’amatissima Teresa Battaglia in un romanzo di rinascita e speranza. Sempre per Longanesi pubblica nel 2021, Figlia della cenere, nel 2022, Come vento cucito alla terra, nel 2023 Madre d’ossa, nel 2024 Risplendo non brucio.