Svanita di Nhora Caggegi

Svanita

Svanita

Recensione di: Alessandro Quadri di Cardano

TRAMA:

Una madre farebbe di tutto per ritrovare la propria figlia, svanita nel nulla durante un giorno di festa, persino indagare da sola. E una madre come Ambra non sarà mai silenziosa, né pacata. Lotterà con tutte le sue forze per ritrovare Asia, fino a diventare un ostacolo, non solo per i rapitori, ma anche per la stessa giustizia.

Accompagnata da Gianna, una giornalista che si occupa del caso, Ambra cercherà di scoprire la verità con ostinazione. Una storia forte, emotiva e carica di suspense che vi porterà nei meandri del dolore, dell’oblio, della disperazione, ma anche della forza, del coraggio e della speranza.

RECENSIONE:

Si dice che il più grande dolore per un genitore sia quello di perdere un figlio. Questo è ancora più vero quando si perde la propria creatura nel senso letterale del termine. Perché Svanita di Nhora Caggegi si centra sul rapimento di una bambina e sulla disperata ricerca di una madre.

Thriller profondamente psicologico, Svanita è un libro angosciante, in cui l’autrice riesce a far entrare il lettore nella mente di Ambra, un madre coraggio che si trova a fronteggiare la scomparsa di sua figlia Asia, una bambinetta bionda di soli tre anni.

Una festa di paesi che si trasforma in tragedia, un fuoco d’artificio, lo stupore, un attimo di disattenzione, una manina che si stacca e d’un tratto la serata che si trasforma in tragedia, in incubo.

Ambra si accorge della scomparsa di sua figlia. Panico, paura, agitazione. “Sarà sicuramente qui in giro”, si dicono i presenti. La si chiama, ci si divide in gruppetti, si chiede ai passanti se non hanno visto una bambinetta bionda, ma Asia è… Svanita. Il tempo, nemico implacabile, che continua a scorrere. Sono passati solo dieci minuti, poi mezz’ora, un’ora… bisogna chiamare i carabinieri, chiedere aiuto, ma ormai lei non c’è più.

Una storia palpitante, ben scritta, in cui la Caggegi ci porta dentro la mente di una madre disperata, che non può arrendersi all’idea di non sapere. Perché non c’è nulla di peggio che le proprie paure. E allora bisogna continuare, aggrapparsi a quel filo di speranza, a quel sesto senso che una mamma pensa di avere e che le fa dire che Asia non è morta. No, è da qualche parte che la aspetta e un giorno i loro occhi si incroceranno di nuovo e le loro anime sapranno riconoscersi. Ma accanto a quella certezza c’è anche il dubbio, la paura, la disperazione.

Svanita è un libro di notevole qualità, soprattutto per un’autrice self, che regala ore di pura tensione. Ottima la caratterizzazione dei personaggi, l’introspezione psicologica e l’analisi dei rapporti umani, a cominciare da quello tra Ambra e suo marito, la cui relazione viene messa davanti alla prova più difficile che dei genitori possano affrontare.

Un intreccio ben pianificato, con un colpo di scena finale che regala un’ultima emozione e permette di mettere in ordine ogni tassello.

Pagine: 214

Anno di pubblicazione: 2024

AUTORE:

Nhora Caggegi

Nhora Caggegi nasce a Catania nel 1982 e risiede a Santa Venerina. Ha una laurea in Scienze della Comunicazione. Sin dai primi anni dell’adolescenza si cimenta nella narrativa e nella poesia, dando alle stampe un volume di pagine di diario, racconti e poesie intitolato “Sola tra sogno e realtà” (2001), preceduto da alcune pubblicazioni su diversi periodici locali. Nel 2007 pubblica la raccolta di racconti “Coacervo di passioni” e nel 2011 “Ora sono un uomo… Il silenzio del salice piangente”. Nel 2021 pubblica “Le origini del tormento. I delitti di Fear Lake” (Il Soffio editore). Nel 2024 esce su Amazon “Svanita”.

Presenta il tuo romanzo spiegandone l’approccio generale, la vicenda (senza fare
spoiler), i personaggi e le particolarità che lo rendono unico.

SVANITA racconta la vicenda di Ambra, costretta a vivere il più grande dei dolori: la scomparsa di Asia, sua figlia, una bambina di tre anni. Rapita durante una festa in paese, le ricerche durano per anni. Ambra, donna apparentemente debole, riuscirà a trovare la forza di indagare, con l’aiuto di una giornalista, quando si rende conto che le forze dell’ordine brancolano nel buio.
La storia è raccontata dal punto di vista della madre, si tratta dunque di un libro introspettivo, a tratti crudo e duro, ma sicuramente veritiero e realistico.


2. Parlaci del (o dei) protagonista (isti). Descrivi caratteristiche, aspetti marcanti, punti di forza e difetti.

In primo piano troviamo Ambra, la protagonista. Madre della piccola scomparsa, e sì, è descritta come una mamma “leone” per ciò che arriva a fare pur di ritrovare Asia, ma Ambra è prima di tutto una giovane donna che finisce in ospedale poco dopo l’accaduto, debole e provata. Il cambiamento avviene piano piano e con l’aiuto di Gianna, la giornalista, astuta e forte, ma anche lei alle prese con un dramma personale.

Il padre della bambina, Zack, ha un modo diverso di reagire e lui è quello che fa “storcere il naso” durante la lettura, perché cerca di rifarsi una vita. Il signor Daidone, il milionario che aiuta Ambra, ha un passato pesante e problematico, nonostante tutto è quasi il personaggio più empatico della storia. Nel mio piccolo, ho cercato di rendere più “normali” possibile questi personaggi, con pregi e difetti, e un’alternanza di atteggiamento e idee simile alla realtà.

3. Presentati ai nostri lettori: chi sei e qual è il percorso che ti ha portato a scrivere dei romanzi? Perché hai scelto un romanzo thriller/giallo/noir? Quale elemento caratteristico di questo genere letterario ti sembra interessante?

Scrivo dall’età di tredici anni e ne ho quarantadue. La scrittura per me è sempre stata il porto sicuro, un “luogo” dove ritrovare me stessa. Ho iniziato con le poesie e con pagine di diario, fino a scrivere romanzi. Sono entrata nel mondo thriller da qualche anno, in verità. Ho capito che questo è il mio genere gemello quando un’idea è diventata un’ossessione e ho percepito che dovevo metterla necessariamente per iscritto.

Da quel momento non ho più mollato questo genere. La possibilità di scrivere di emozioni forti, a volte crude e dure, di trovare la soluzione a infinite crudeltà mi ha resa affine a questo genere. Non è tanto la possibilità di descrivere scene pesanti, o violente, che mi piace di più, quanto l’occasione di descrivere la luce, l’amore e la forza del bene, alla fine di quel tunnel. È quella la caratteristica che preferisco del thriller: il bene che alla fine sconfigge il male.

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