La vegetariana
Recensione di: Giorgia Gallerani
Trama:
«È tutt’altro che un’opera ascetica: è un romanzo pieno di sesso ai limiti del consenziente, di atti di alimentazione forzata e purificazione ― in altri termini di violenza sessuale e disordini alimentari, mai chiamati per nome nell’universo di Han Kang … Il racconto di Han Kang non è un monito per l’onnivoro, e quello di Yeong-hye verso il vegetarianesimo non è un viaggio felice. Astenersi dal mangiare esseri viventi non conduce all’illuminazione. Via via che Yeong-hye si spegne, l’autrice, come una vera divinità, ci lascia a interrogarci su cosa sia meglio, che la protagonista viva o muoia. E da questa domanda ne nasce un’altra, la domanda ultima che non vogliamo davvero affrontare: “Perché, è così terribile morire?”». (The New York Times)
Recensione:
La vegetariana di Han Kang ) è un romanzo inquietante e poetico che esplora i confini tra conformità sociale, identità personale e libertà corporea. Nel 2016, il romanzo vince l’ambito premio internazionale “Man Booker International Prize”.
Il libro si addentra nei meandri della mente umana attraverso la storia di Yeong-hye, una donna apparentemente ordinaria, che decide improvvisamente di smettere di mangiare carne dopo aver avuto un sogno disturbante. Questa scelta, semplice in apparenza, scatena una serie di reazioni a catena nella sua famiglia e nella sua vita, mettendo in luce il peso delle aspettative sociali e culturali. Infatti, la decisione della protagonista di rompere con la tradizione alimentare, non è solo una questione di dieta, ma una sfida ai valori profondamente radicati nella sua cultura, dove il cibo è simbolo di appartenenza, di rispetto verso la famiglia e la società.
Yeong-hye viene trattata come una persona che ha bisogno di essere “curata”, di essere ricondotta nei ranghi della normalità, una normalità che le convenzioni sociali hanno definito come tale. La sua decisione di non mangiare carne rappresenta, in modo inconsapevole, un’implicita ribellione alle aspettative e ai ruoli spesso imposti dalla società. Per questo, tale scelta viene percepita come una minaccia all’ordine stabilito, non solo all’interno della famiglia, ma anche su un piano culturale più ampio.
La vegetariana è un libro diviso in tre parti, ognuna raccontata da un punto di vista diverso: il marito di Yeong-hye, suo cognato e sua sorella. Attraverso le loro voci esterne, l’autrice Han Kang dipinge un quadro impietoso di oppressione familiare e patriarcale. La protagonista rimane in gran parte silenziosa, quasi un’ombra, mentre il suo corpo diventa il campo di battaglia su cui si scontrano desideri, aspettative e paure altrui. Se da un lato questa struttura offre una visione poliedrica degli eventi, dall’altro può dare un senso di frammentarietà, che va a rendere più ambigue e difficili da comprendere le azioni di Yeong-hye.
La scrittura di Han Kang è delicata e cruda allo stesso tempo. La narrazione evoca immagini viscerali e disturbanti attraverso cui vengono esplorati temi complessi come l’alienazione, la libertà personale e la relazione tra corpo e identità, senza offrire risposte semplici o consolatorie.
Il romanzo non è una lettura facile e non è adatta a tutti. Al contrario, è un’opera provocatoria che mette a disagio, spingendo il lettore a interrogarsi sui limiti della normalità e sui costi della ribellione. È un libro che rimane dentro, insinuandosi nei pensieri e costringendo a riflettere sulla violenza sottile e sistemica che può celarsi dietro le convenzioni sociali.
In conclusione, La vegetariana è un’opera potente che esplora la fragilità dell’identità umana e la ricerca di libertà in un mondo che impone confini rigidi e soffocanti.
Traduzione: Milena Zemira Ciccimarra
Editore: Adelphi
Pagine: 177
Anno di Pubblicazione: 2016
Autrice:

Han Kang è una scrittrice coreana, vincitrice del Premio Nobel per la Letteratura nel 2024. Vittoria che le ha permesso di diventare la prima autrice asiatica nella storia ad aggiudicarsi tale riconoscimento. «Fin da quando ero bambina, ho sempre voluto conoscere. Conoscere il motivo per cui siamo nati. La ragione per cui esistono la sofferenza e l’amore. Queste domande sono state poste dalla letteratura per migliaia di anni e continuano a essere poste oggi». – Dal discorso di Han Kang alla cerimonia di premiazione del Premio Nobel per la Letteratura.