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Moon Lake di Joe R. Lansdale

Moon Lake di Joe R. Lansdale, copertina

Moon Lake

Recensione di @gothic.tales

Il grande ritorno di Joe R. Lansdale. Un romanzo sulla scoperta del male e la fine di ogni illusione. Daniel ha solo quattordici anni quando una sera di ottobre la sua infanzia naufraga nelle acque buie del Moon Lake. Per tutto il tempo la verità è rimasta nascosta sotto lo scintillio della luna. Ma adesso, per «Danny», è arrivato il momento di dare un senso al suo dolore. «La luna è alta. L’acqua è alta. Anime oscure vagano sulla terra e piangono. È una vecchia poesia. Ora so cosa significa», sono le ultime parole che Daniel Russell sente pronunciare a suo padre, in una notte del 1968, poco prima di lanciarsi con la macchina nel Moon Lake. Dieci anni dopo, quando l’auto e i resti del padre vengono recuperati, Daniel scopre tra le macerie qualcosa di scioccante, destinato a scuotere la piccola città fino al suo nucleo più marcio. «Papà inserì la prima e avanzò un po’, dando una leggera spinta all’acceleratore. Fui contento all’idea che finalmente ci muovessimo da lí. – Voglio che tu sappia quanto ti voglio bene, – disse. Prima che potessi rispondere «anche io ti voglio bene», diede una forte accelerata, la macchina scattò in avanti e il ponte tremò. Girò il volante a destra e la grossa Buick, con le sue cinque rate ancora da pagare, sfondò la ringhiera marcia e si fiondò nello spazio come un razzo».

Recensione

Lansdale ci delizia con un’altra opera difficilmente catalogabile. Le sue storie non amano farsi incasellare in generi prestabiliti, e Moon Lake, l’ultimo romanzo dell’autore, non è da meno. E’ infatti un thriller avvincente, ma contiene atmosfere così cupe da strizzare l’occhio al gotico. In alcuni passaggi sembra quasi sfiorare l’horror, ma ci pensa una leggera spruzzata di rosa a scaldare i cuori, e l’immancabile denuncia sociale a stringerli.

Daniel è un protagonista che sa come farsi amare fin dalle prime pagine, come adolescente impaurito e solo, fino all’ultima riga, quando ormai è diventato un uomo in grado di combattere con le proprie paure. Questo è uno dei poteri di Lansdale: crea un legame così forte con i suoi personaggi da farci vivere le loro lotte come se fossero le nostre.

Sopravvissuto al folle gesto del padre e accolto da una famiglia afroamericana nell’attesa che venga rintracciato un suo parente, Daniel cerca di fare i conti con gli incubi che popolano le sue notti. Il tempo passato con la famiglia Candles non è visto di buon occhio dai cittadini di Long Lincoln, cittadina del Texas immersa nel razzismo sistemico alla fine degli anni Sessanta.

Quando Daniel andrà via per stare con la zia, l’unica cosa che continuerà a legarlo a quel posto sarà il corpo del padre, lo stesso corpo che ce lo riporterà dieci anni dopo, quando verrà ritrovato nel lago. La città sembra non essere cambiata negli anni, così come i suoi abitanti e la loro paura verso tutto ciò che è diverso e estraneo. Ma questa volta anche Daniel è un estraneo, e il suo bisogno di scavare nel passato per capire cosa nasconde il lago che ha inghiottito suo padre non solo porterà a galla un orrore dietro l’altro, ma anche il livore di chi lavora da anni per nascondere la verità.

L’autore riesce ancora una volta a sondare gli aspetti più oscuri e nascosti della società, e come questa tenda a chiudere gli occhi di fronte a ciò che non vuole vedere. La città è spaccata in due: da una parte i potenti bianchi ricchi, dall’altra la comunità afroamericana e i poveri. Mentre i primi detengono il potere assoluto, tanto da sentirsi ed effettivamente essere al di sopra della legge, gli altri devono preoccuparsi di sopravvivere e di stringersi ai margini per non dare fastidio. Ci troviamo di fronte a una fotografia vivida e precisa delle relazioni razziali nel sud degli Stati Uniti.

La storia procede scorrevole, caratterizzata da una struttura impeccabile che culmina in un climax finale che toglie il respiro.

La forza dell’autore non sta solo nella creazione di un contesto socio culturale tremendamente preciso, ma nell’imperfezione dei suoi eroi, ed è proprio questa a renderli così reali. Gli eroi senza macchia non esistono, esistono persone che hanno paura, che commettono errori e che non sempre fanno le scelte giuste, ma che provano nonostante tutto a essere migliori. Ed è proprio in quei personaggi che i lettori possono ritrovarsi.

Per finire, una spennellata di humor data dalle metafore tanto care a Lansdale, pronte a ricordarci che la vita non deve essere sempre presa troppo sul serio, e che una risata può essere proprio ciò che ci aiuta ad affrontarla.

Traduzione: Luca Briasco
Editore: Einaudi
Pagine: 360
Anno pubblicazione: 2022

Joe R. Lansdale è uno scrittore statunitense.

Versatile e prolifico, si è cimentato in avvincenti trame di genere (western, noir, thriller, fantascienza), rinnovandole con uno spiccato gusto pulp nella scelta di elementi grotteschi e di un linguaggio triviale e irriverente.

La sua vena migliore si esprime nella capacità di penetrare l’atmosfera del profondo Sud, in violenti chiaroscuri che esaltano l’amicizia, l’amore, il sesso e denunciano le discriminazioni razziali, la malvagità e la stupidità. Atto d’amore (Act of Love, 1980), La notte del drive-in (The Drive-In, 1988, primo di una serie horror), Il mambo degli orsi (Two-Bear Mambo, 1994), In fondo alla palude (The Bottoms, 2000), La sottile linea scura (A Fine Dark Line, 2002), Tramonto e polvere (Sunset e Sawdust, 2004) e la serie di Hap e Leonard.

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