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Cicatrici di Anne Mette Hancock

Cicvatrici

Cicatrici

È una mattina come tante, nel gelido inverno di Copenhagen, quando scompare il piccolo Lukas Bjerre.

Un bambino di soli dieci anni, particolarmente sensibile e dotato, che non sembrerebbe avere alcun motivo per essersi allontanato in modo volontario.

Il padre Jens è medico e, nel momento in cui riceve la telefonata della scuola, la giornalista Heloise Kaldan si trova proprio nel suo studio.

Le indagini vengono affidate al poliziotto Erik Schäfer. Famiglia, insegnanti, amici: ogni pista deve essere subito battuta, perché con l’arrivo della notte le temperature scenderanno ben al di sotto dello zero e le speranze di ritrovarlo vivo si ridurranno drasticamente.

Quando nel parco vicino alla Nyholm Skole viene rinvenuto il cellulare di Lukas, emerge un dato interessante. Il bambino ha una particolare ossessione, la pareidolia, un fenomeno per il quale alcune persone sono portate a vedere dei volti in oggetti inanimati.

Diventa così fondamentale capire dov’è stata scattata una foto che ha postato più volte sul suo profilo Instagram e che ritrae la porta di un vecchio fienile.

Se fosse andato lì? Heloise sa di aver visto quell’edificio… ma dove?

Inoltre, i compagni di scuola raccontano di un signore strano ma gentile, forse un po’ insistente, che regala sempre loro una mela, motivo per cui viene chiamato l’Uomo delle Mele…

Come rintracciarlo?

Mentre Heloise si trova ad affrontare un difficile momento con il suo compagno, il giornale per cui lavora le intima di seguire il caso del piccolo Bjerre, e lei sa che il burbero Erik non ne sarà per niente felice. 

Kaldan e Schäfer si troveranno di nuovo a collaborare per la risoluzione di questo secondo caso dal finale del tutto inaspettato. Perché ognuno di noi si porta dentro cicatrici con le quali prima o poi dovrà fare i conti.

RECENSIONE

Dopo Fiore di cadavere, Cicatrici è il secondo libro di Anne Mette Hancock che ha come protagonisti la giornalista Heloise Kaldan e l’ispettore Schäfer.

Le vicende, che si svolgono a Copenaghen, in un gelido febbraio dei nostri giorni, sono comprensibilissime anche senza la lettura del primo volume.

Tuttavia i riferimenti ad esso sono piuttosto frequenti e il fatto di conoscere il pregresso inserirebbe i protagonisti in un quadro senza dubbio più chiaro e completo.

La linea narrativa principale, è incentrata sulla sparizione di un bambino di dieci anni: scelta senza dubbio vincente poiché capace di suscitare subito l’interesse e l’empatia del lettore.

La scrittrice ci porta nei luoghi principali frequentati dal ragazzino, la casa e la scuola, facendo in modo di allargare il ventaglio dei sospettati a molti dei personaggi che compaiono in scena.

Attorno alla scomparsa del piccolo Lukas si intrecciano poi altri temi forti, quali, ad esempio, quello delle famiglie disfunzionali o quello dei traumi psicologici subiti dai soldati e dai reduci delle guerre in Siria e in Afghanistan.

Heloise è la protagonista femminile: una donna descritta durante un periodo di profonda crisi personale, bloccata nella composizione dei suoi articoli, devastata dalla morte del padre e incinta di un uomo che non ama.

Le sue vicissitudini (raccontate nel primo volume) le hanno tolto la fiducia nel prossimo e la voglia di lasciarsi andare nei rapporti umani.

Descrive infatti il suo passato come “una specie di 11 settembre”, una ferita insanabile che l’ha segnata per la vita.

Con una immagine altrettanto forte, la sua amica del cuore Gerda (l’unica per cui Heloise provi dei sentimenti autentici) le fa notare come sia “rimasta sul fondo del lago per un paio d’anni” e le suggerisce di ritornare il prima possibile in superficie.

Heloise intrattiene ottimi rapporti con l’ispettore Schäfer, un poliziotto integerrimo e intuitivo, abituato a venire a capo con successo di tutti i casi che gli vengono assegnati.

Lui e Heloise risolvono il mistero separatamente, ma in contemporanea e in parallelo.

È però Schäfer, nelle ultimissime pagine del libro, ad imprimere alle indagini un ulteriore, inaspettato risvolto.

Infatti, uno dei lati più apprezzabili di Cicatrici è una sorta di “doppio finale a sorpresa”, che viene a compensare una narrazione nel complesso fluida, ma a volte priva di mordente.

Altro aspetto negativo è il fatto che i personaggi, compresi i genitori di Lukas, non siano particolarmente approfonditi, anzi, in alcuni casi risultano poco più che abbozzati.

Apprezzabile invece il gioco dei punti di vista sul bambino sparito.

Lui non è quasi mai fisicamente presente tra le pagine, ma la sua personalità viene ricostruita grazie alle testimonianze di amichetti, parenti, conoscenti vari.

Anche l’analisi del suo profilo Instagram e della cronologia delle sue ricerche su Google avrà la sua importanza.

Traduttore: Ingrid Basso
Editore: Giunti
Pagine: 360
Data di pubblicazione:12/07/2023

AUTORE

Anne Mette Hancock è nata a Gråsten in Danimarca, ha studiato giornalismo e ha una laurea in Storia.

Dopo aver vissuto negli Stati Uniti e in Francia, oggi risiede a Copenhagen con il marito e i due figli. Nel 2018 Fiore di cadavere (Giunti 2022), il suo esordio nella narrativa, l’ha consacrata come autrice dell’anno. Cicatrici è l’atteso secondo volume della serie di Kaldan e Schäfer, i cui romanzi sono in corso di traduzione in 17 Paesi.

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