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Lacrime di coccodrillo di Mercedes Rosende

Lacrime di coccodrillo

Lacrime di coccodrillo

Uruguay, oggi. Germán, criminale recidivo accusato di un rapimento, esce di prigione grazie alle manovre di un losco avvocato. Tuttavia, c’è una condizione per il suo rilascio: dovrà aiutare ad assaltare un furgone blindato strapieno di soldi. Il colpo è pianificato in ogni dettaglio, ma qualcosa va storto…

Sul caso si trova a indagare una poliziotta in crisi: Leonilda Lima crede ancora nella giustizia nonostante debba scontrarsi ogni giorno con la misoginia e la corruzione dei colleghi.

Mentre il malaffare si propaga come un contagio invisibile, avvelenando Montevideo, alcuni personaggi solo all’apparenza secondari finiscono per prendersi il centro della scena.

In particolare, la vendicativa Úrsula López, un’irresistibile antieroina – interprete di un radicale sovvertimento dell’estetica femminile dominante – decisa a superare ogni sfida, anche violando la legge.

Di professione traduttrice, Úrsula è una donna matura, ma piena di insicurezze. La sua obesità è il tentativo di colmare un vuoto profondo creato da dolorosi traumi infantili che tornano a farle visita.

RECENSIONE

Dire che Lacrime di coccodrillo è un giallo che ti lascia di stucco è sottostimare l’effetto che ha sul lettore.

Sospeso, tra l’essere un romanzo tra il serio e il faceto, ironico e deprimente, quello che sicuramente resta alla fine, sono gli odori.

I primi capitoli sono incentrati sulla prigione di Montevideo in Uruguay, sulla vita dei detenuti costretti a vivere quotidianamente nel fetore, sporcizia, squallore più totale:

tutto è denso, e non è difficile comprendere perché quel luogo è chiamato ‘tomba’: corridoi sporchi attraversati da odori e quell’umidità, che s’incolla al corpo, che riempie di nebbia gli spazi vuoti

culminante nella scena dei colloqui, dove

le donne aprono vecchie confezioni di gelato riempite di stufato e cotolette stoppose; tirano fuori sacchetti di banane…

Provi naturalmente un’immediata pena per Germàn, detenuto depresso e sicuramente non fortunato, che è in carcere per aver tentato un rapimento con un ‘amico’, salvo poi essere l’unico a pagare la pena, mentre l’amico è sparito con i soldi.

La sua unica ‘ancora di salvezza’ per sopravvive all’interno del carcere è sottomettersi al “Lercio” che gli ha procurato un avvocato di grido, tale Antinucci

tocca con la punta delle dita il rosario con i grani di madreperla che pende dallo specchietto retrovisore, dice una piccola giaculatoria e poi fissa di nuovo lo sguardo sulla strada.

Sembra un’iguana vestita con discutibile eleganza, che mostra solo dai suoi occhi a fessura, la sua vera natura.

Naturalmente nulla è gratis, così Germàn, una volta scarcerato, dovrà ricambiare i favori del Lercio, aiutandolo ad assaltare un furgone porta valori.

Non è un giallo tradizionale, perché l’omicidio c’è, ma è spiegato in prima persona dall’assassina, quindi non devi scoprire né colpevole, né il movente.

La trama è altamente improbabile, da risultare credibile, con personaggi che sembrano usciti da un fumetto di bassa categoria e quadri descrittivi pieni di miseria, cinici e a suo modo poetici:

su Montevideo piove da ore, e la Città Vecchia si sta immergendo in un sopore acquoso. È una giornata deserta, illuminata da lampioni che non illuminano. Fuori, la temperatura ha l’impatto di una lastra di ghiaccio

Certo è che la scrittura della Rosende è molto particolare.

Tagliente e affilata, ti fa sobbalzare mentre leggi.

Veloce e scorrevole anche se i dialoghi sono pochissimi.

Tutto è raccontato in prima persona dal protagonista del capitolo, con un umorismo nero che volge al macabro da far impallidire qualsiasi scrittore britannico a confronto e rappresentazioni quasi commoventi della quotidianità della vita.

Di sicuro non risparmia nulla, ci sono tutte le questioni sociali, come corruzione, criminalità organizzata, povertà, mancanza di giustizia…

Tutto esposto impietosamente, con una marcata ridicolizzazione della figura maschile, dal poliziotto al commissario, dall’avvocato ai rapinatori, che vengono rappresentati come falliti, incapaci di portare a termine una qualsiasi azione.

L’altro aspetto interessante è che in Lacrime di coccodrillo non c’è una figura positiva.

L’eroe del racconto, quella figura che bilancia il tutto con la sua rettitudine, bontà d’animo, quello integerrimo, è completamente assente e, anche sotto questo punto di vista, Mercedes Rosende rompe gli schemi.

Alla fine, il lettore resta coinvolto a tal punto che si ritrova a fare il tifo per un’assassina bulimica e un rapitore, contro i loro avversari che sono più cattivi e stupidi e con un messaggio subliminale che appare lampante solo quando arrivi all’ultima pagina: mai sottovalutare le donne!

Traduzione: Pierpaolo Marchetti
Editore: SEM
Pagine: 224
Anno pubblicazione: 2023

AUTORE

Mercedes Rosende Rodríguez è laureata in giurisprudenza presso l’Università della Repubblica di Montevideo, un Master in Politiche di integrazione ed ha esercitato anche la professione di notaio, giornalista e sindacalista

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