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Prova a non dormire di Manlio Castagna

Prova a non dormire

Prova a non dormire

Da un po’ di tempo succedono cose strane in paese: la gente si addormenta senza motivo, all’improvviso… Giovane e audace, Baladine è la mente brillante dietro al podcast De profundis, che ogni settimana conquista un vasto seguito di appassionati di crime e horror, raccontando storie vere e terrificanti «direttamente dal cuore delle tenebre».

Ora però è intrappolata in un blocco creativo che minaccia di riportarla indietro nel baratro da cui era uscita con difficoltà. Fino a quando non arriva un aiuto insperato. Suo fratello Nicolas ha sentito dire che esiste un paese, nella Valle dei Calanchi, nel quale tutti gli abitanti stanno cadendo in un misterioso e pericoloso sonno profondo.

Baladine fiuta una buona storia dietro questo evento all’apparenza inspiegabile e così decide di indagare. È solo l’inizio di un’avventura che la condurrà molto più lontano di quanto possa immaginare, per vedere cosa si nasconde in fondo al buio e fronteggiare un male incomprensibile e scioccante.

Perché a volte bisogna rischiare e solo facendosi oscurità si può illuminare la parte più profonda e cupa di noi.

Prova a non dormire di Manlio Castagna, edito da Sperling & Kupfer è un horror.

<Lei non è morta, signorina. I miei colleghi hanno registrato il suo battito cardiaco. Il polso è presente.>
<Mentono>
<Posso sentire chiaramente il respiro uscire dalle sue labbra>
(…)
<No. Credo che lei si confonda. Ha scambiato per respiro il suono dell’aria che si muove attraverso la pelle vuota>

Baladine Bustamante, la protagonista, ha una dipendenza allo Xazac che, durante la giornata, le provoca dei buchi neri, dei vuoti mentali.

D’altronde, se non prendesse le sue pillole, verrebbe assalita da angoscia, nausea e sudorazione abbondante.

Il giorno del suo ventiduesimo compleanno conosce Damian Drake, cantante in un locale sui Navigli, il Vulture Cried.

È un amore travolgente e passionale, il loro.

Ci sono amori così, che saldano insieme due metà che hanno vagato distanti per una vita.

E poi un incidente, fatale, inspiegabile, glielo porta via.

La mente non riesce a darsi pace, pensando di continuo a quell’ultima volta in cui lo ho visto, gli ha parlato, ha sentito il suo odore, lo ha baciato…

Damian è sparito, inghiottito dalle acque melmose di un fiume e trascinato chissà dove dalla corrente.

Bala non si può definire “vedova”, perché i due non erano sposati, ma è così che si sente.

Chi resta senza il proprio amore, strappato dalle mani della morte, come si dovrebbe chiamare se non ha avuto il tempo di contrarre un matrimonio?

Come si può ritrovare se stessi dopo una tragedia del genere?

Bala lo fa, stilando una lista delle sue certezze, dei punti fermi nella sua vita.

In particolare sono due: un podcast di successo, che lei stessa scrive e che si intitola De Profundis; e un fratello, Nicolas, l’unico a cui vuole bene.

L’autore riesce a far provare al lettore tutto lo strazio del lutto di Baladine, il terreno intorno a lei che si sgretola, la sua vita che va in frantumi.

Come spesso succede, sono le storie a salvarci quando tutto va alla deriva.

È suo fratello a parlarle di un paese nella Valle dei Calanchi nella Tuscia:

<Da un po’ di tempo succedono cose strane a Vulcri>
<Quanto strane?> (…)
<Parecchio. Christian mi ha detto che la gente si addormenta, così … all’improvviso>”

Addormentarsi di colpo, guidando la moto, e continuando a dormire per altri cinque giorni come se si fosse caduti in coma.

Com’è possibile?

Un sonno che induce a comportamenti strani, un sonno fatto di allucinazioni.

Sembra la località perfetta per Bala, tormentata da visioni inquietanti anche da sveglia.

È pronta ad inabissarsi nel profondo e a scoprire cosa accade a Vulcri.

L’atmosfera di Prova a non dormire sembra avvolta nella nebbia: non si distinguono appieno i contorni, tutto pare appannato.

Per il paese si aggirano figure cupe, ed è difficile dire se esistano veramente o se abitino solo nella mente della protagonista.

Attraverso la cortina di pioggia, fitta e irreale, ci sono delle persone che avanzano. Baladine cerca di inquadrare meglio le silhouette. Non c’è abbastanza luce per farlo, quindi arretra, ascoltando l’istinto.
Non viene niente di buono da Vulcri

Il romanzo è strutturato in cinque parti.

Castagna ha una scrittura a scatti che ti lega, ti inchioda alla storia e ti trascina attraverso i capitoli – brevi, ma intensi – senza che tu, lettore, te ne accorga.

È un romanzo squisitamente angosciante.

La brevità dei dialoghi, la scrittura avvincente e la curiosità di Baladine trascinano in un vortice di trepidazione e turbamento.

Il ritmo è serrato. Tutto procede spedito.

Ma tutto ciò che accade, avviene veramente o è solo un incubo?

Il corridoio è vuoto. Nicolas è investito da una brutta sensazione. C’è un silenzio innaturale tra quelle mura scialbe. E poi non si vede nessuno. Per un attimo teme che le luci al neon possano sfarfallare per poi lasciarlo al buio.

Consigliato a chi non è facilmente suggestionabile e a chi cerca una storia dalle tinte fosche e tenebrose.

Editore: Sperling & Kupfer
Pagine: 304
Anno di pubblicazione: 2023

Nato a Salerno nel 1974, Manlio Castagna è sceneggiatore, regista e montatore di decine tra videoclip, documentari, cortometraggi, episodi di webseries.

Scrive e dirige il suo primo corto in 35mm nel 1997: Indice di Frequenza – con protagonista Alessandro Haber.

Nel 1999 entra nell’organizzazione del Giffoni Film Festival.

Per dieci anni (fino al 2018) ne è vicedirettore artistico.

Dal 2014 al 2018 è creative advisor del DOHA FILM INSTITUTE (Qatar).

Con la saga bestseller di Petrademone esordisce nella narrativa per ragazzi grazie a Mondadori.

Maggio 2020 esce per Piemme il romanzo scritto a quattro mani con Guido Sgardoli: Le belve di cui è in sviluppo la sceneggiatura per la realizzazione del film.

Seguono nell’ottobre dello stesso anno: I venti del male e La notte delle malombre editi da Mondadori.

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