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Il breve mestiere di vivere – Sanremo non è solo Festival di Adriano Morosetti

Il breve mestiere di vivere
“In onda, le solite immagini: il porto, le palme, i fiori, i vicoli in festa. Nessuno doveva vedere il vero volto della città e scoprire ciò che nascondeva. Le telecamere dell’intera nazione erano accese su Sanremo, ma puntate, come sempre, nella direzione sbagliata”.

Il breve mestiere di vivere

Recensione di Federica Cervini

Febbraio 1993. Sanremo si prepara a ospitare il Festival e tra i numerosi giornalisti giunti a seguire l’evento c’è anche Arturo Ferretti, tornato nella sua città natale come inviato di una scalcinata rivista di gossip. In una città messa sottosopra da troupe televisive, cantanti famosi e feste esclusive, Ferretti si ritrova invischiato nella morte di Nino, un vecchio amico.

Per la polizia è un semplice incidente, ma troppe cose non tornano. Cinico e disilluso, il giornalista vorrebbe solo strappare uno scoop e andarsene, ma sa che non può farlo: per scoprire la verità e uscirne vivo, dovrà imparare a fare i conti con i fantasmi del passato, perché, come canta Enrico Ruggeri sul palco dell’Ariston, “il breve mestiere di vivere è il solo mistero che c’è”.

Recensione

Il primo libro dello scrittore Adriano Morosetti è un noir ambientato nella città di Sanremo nel Febbraio 1993 durante la settimana del Festival.

Il protagonista, Arturo Ferretti, un giornalista che si occupa di gossip, torna nella propria città d’origine per inseguire Jannick – un cantante spagnolo che sta spopolando in Italia, ospite della kermesse – e strappargli un’intervista per la rivista per la quale lavora.

Nella buffa descrizione della “caccia a Jannick”, Arturo finisce per incontrare gli amici sanremesi degli anni di gioventù ed in particolare Nino, che viene ben presto rinvenuto cadavere, caduto forse da una impalcatura su cui sta lavorando.

Arturo non è convinto della veloce ricostruzione della morte di Nino fatta dalla Polizia e decide di indagare, facendosi faticosamente strada nella surreale settimana del Festival.

Là dove la Polizia ha voluto chiudere in fretta e furia il caso della morte accidentale di Nino, per non gettare ombre sulla città nei giorni gloriosi del Festival, Arturo, invece, si fa strada tra troupe televisive, cantanti e feste glamour, per condurre una pericolosa indagine nella Sanremo oscura dei traffici loschi e della droga.

Il primo elemento chiave di questo noir risulta essere l’ambientazione inconsueta, una Sanremo inaspettata e sconosciuta ai più, ed il momento in cui si svolge la vicenda, proprio una settimana cruciale per la città, quella in cui si svolge il Festival.

Sanremo ha un’anima nera e sporca, non è una città per eroi: stridono accanto alle luci spumeggianti del Festival, alla musica pop ed alle feste organizzate per i vip, le pagine realistiche in cui il lettore attraversa i più semplici caruggi. In particolare, la descrizione del quartiere della Pigna è talmente vivida che sembra di esserci immersi fisicamente.

L’autore parla degli “odori delle cucine: aglio, basilico e mille spezie”, di una città dal “traffico pigro”, tanto sorridente quanto falsa.

Ci spiega che

a Sanremo, il Festival è davvero come il Natale. Arriva una volta all’anno e impone nuovi ritmi stravolgendo la vita di tutti

facendo vivere gli abitanti della città in una bolla di meraviglia.

Ma contemporaneamente confessa al lettore che, se tanti amano il Festival, altrettanti lo odiano: il Festival è una maschera costruita con fiori e musica, che permette di nascondere per una settimana (troppo poco!) tutte le brutture ed i vizi della città.

L’autore disillude ben presto il lettore, mostrando ciò che non si può annullare solo canticchiando “il motivetto del giorno dopo”: i traffici illeciti della città, senza filtri né maschere, o il quartiere della Pigna “il posto dei diseredati, dei reietti, dei banditi e delle puttane”.

È proprio lì che si concentra l’indagine di Arturo Ferretti.

Lui è un altro elemento chiave di questo noir: non un investigatore o un poliziotto di professione, ma un giornalista di gossip che cerca giustizia per l’amico Nino morto, proprio in nome dell’amicizia che li legava.

Così, le indagini dal palco patinato dell’Ariston si spostano nella Sanremo degli sconfitti, dove non ci sono turisti né troupe televisive, ma solo il caparbio desiderio del protagonista

“testardo, determinato e dannatamente impulsivo

di far luce su quanto accaduto.

Mentre Enrico Ruggeri porta sul palco del Festival “le sue potenti chitarre rock”, il protagonista – “trentotto anni portati malissimo” fra alcool, sigarette ed articoli spazzatura, quelli che lui stesso pubblica per la sua rivista – cerca la verità e, spesso, fa sorridere il lettore con spiritosaggini e humour, persino quando ha una pistola puntata alla tempia.

L’autore di “Il breve mestiere di vivere” ha costruito un personaggio che risulta simpaticissimo, con la battuta sempre pronta, coraggioso, per il quale l’amicizia è ancora un valore prioritario, anche a costo della propria pelle perché

“per raggiungere la verità un bravo reporter è disposto a tutto. Soprattutto a mentire. Ed era quello che stavo per fare

Forse è Arturo l’eroe che Sanremo sta cercando: un uomo solo, che, lontano dai riflettori, indaga con ostinazione cocciuta e testarda, un uomo puro.

Adriano Morosetti dimostra in “Il breve mestiere di vivere” una padronanza assoluta del genere noir, benché sia alla sua prima esperienza: manda in onda tutti insieme mistero, ironia, colpi di scena, vizi e virtù della città dei fiori, non nascondendone affatto gli aspetti più bui e foschi, ma contrapponendoli alle luci e ai fronzoli di una delle kermesse musicali più conosciute al mondo.

Accanto al protagonista, il cui carattere è molto ben delineato, si segnalano anche due personaggi femminili davvero ben tratteggiati, Naima, la figlia di Nino ed Azzurra, una quasi diciottenne tutto pepe.

Ne Il breve mestiere di vivere, l’autore dipinge delle scenette al limite del commovente per l’una, spassose e divertenti per l’altra, permettendo al lettore di empatizzare sia con loro che con Arturo, il quale si trova in mezzo alle due donne, in un noir ironico dove si respira aria di mare, ben costruito per l’idea dell’ambientazione e dell’epoca, gli anni ’90, che, a tratti, possono suscitare malinconia.

Editore: Mursia Editore
Pagine: 284
Anno pubblicazione: 2024

Adriano Morosetti è nato a Sanremo nel 1977. In passato è stato molto cose: giardiniere, barista, copywriter, autore televisivo.  

Da anni lavora come sceneggiatore di serie animate per la RAI e il mercato internazionale.

Il breve mestiere di vivere è il suo primo romanzo.

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