“Va tutto bene”. L’Islanda del thriller – intervista all’autore Johachim Schmidt

Johachim Schmidt

Va tutto bene

INTERVISTA A CURA DI: Laura Crottini, Ilenia Ruzza  e Federica Cervini

SPAZIO A CURA DI: Laura Crottini

Va tutto bene

Buongiorno cari lettori, il graditissimo ospite del nostro spazio interviste di oggi è Johachim Schmidt con il suo nuovo libro “Va tutto bene” (SEM, 2024) letto e recensito dalla nostra Ilenia (QUI il link della recensione).

THRILLER LIFE: All’interno dei numerosi thriller e noir nordici “Va tutto bene. Il primo caso di Kalmann”, cioè il tuo poliziesco ambientato in Islanda, occupa un posto unico e particolare.  Lo scenario è perfetto: nella distesa di neve islandese il sangue rosso di un omicidio spicca ed attrae l’occhio.

La particolarità del romanzo sta nel protagonista: Kalmann è un personaggio non convenzionale che deve affrontare quotidianamente le difficoltà dovute ad un lieve ritardo mentale, a cui si aggiunge anche il mistero di un omicidio in un ambiente naturale ostile.

Puoi spiegare ai lettori quale è il disturbo di cui soffre il protagonista?

Quale significato assume il personaggio di Kalmann, che è stato anche bullizzato da ragazzo, in quanto figura contemporaneamente di eroe ed antieroe?

JOHACHIM SCHMIDT: No, non posso specificarti il suo disturbo, lascio volutamente alla fantasia del lettore.
Ognuno porta con sé una certa esperienza di vita ed è in grado di colmare quelle lacune. Pertanto forse qualcuno vedrà in Kalmann un ragazzo con la Sindrome di Down, qualcun altro potrebbe pensare che sia autistico o abbia un disturbo dell’apprendimento. Non importa.
Tutto quello che posso dirti è che Kalmann è un giovane “neurodivergente” e – per così dire – un po’ insolito. Il suo modo di pensare è piuttosto infantile, a tratti somiglia un pò a me quando avevo 7 anni, ma poiché è stato allevato da suo nonno la sua visione del mondo può essere antiquata.

La mia idea iniziale era quella di scrivere un romanzo nordico noir semplice: un caso di persona scomparsa in un remoto villaggio di pescatori, una detective e l’unico testimone – che è il “sempliciotto” della città, Kalmann.
Poi ho capito che Kalmann non è affatto un sempliciotto, ma un personaggio incredibilmente complesso con una prospettiva unica e tantissime storie da raccontare. È un vero perdente, un eroe molto improbabile. Adoro quel ragazzo. Doveva proprio essere lui il personaggio principale del romanzo.

THRILLER LIFE: Nel tuo romanzo compaiono frequentemente spiegazioni da parte di Kalmann circa la pesca, la caccia alla volpe artica, la preparazione di esche specifiche per la cattura degli squali ed altre attività tipiche in Islanda: si tratta di uno stile di vita e di situazioni particolarmente diverse da quelle a cui noi siamo abituati in Italia, e che ci incuriosiscono.

Vuoi spiegarci come l’ambiente particolare ed il clima per lo più ostile dell’Islanda possono influenzare ed impattare sul carattere degli abitanti, se è vero che il nostro carattere si forgia anche in base al mondo in cui cresciamo e viviamo?

Il tutto partendo dalla considerazione della solitudine che pare contraddistinguere il carattere del protagonista Kalmann.

JOHACHIM SCHMIDT: Kalmann è fortemente influenzato dal mondo che lo circonda; la natura nel nord dell’Islanda è aspra e spietata, gli inverni sono lunghi e bui, i venti sono forti e quasi costanti, le strade sono ghiacciate e pericolose. Anche se è lui stesso a scegliere di vivere in una piccola città, Kalmann sperimenta spesso la solitudine. Solo pochissime persone scelgono di vivere nel nord-est dell’Islanda. Credo che la natura aspra dell’Islanda abbia plasmato gli abitanti: sono rimasti isolati per centinaia di anni ed hanno dovuto imparare a sopravvivere.

E’ comprensibile quindi che siano degli opportunisti – persone che cercano di trarre profitto ovunque possono.

Ma non Kalmann.

Lui è felice con quel poco che ha e non ha bisogno di altro. Lui stesso è una forza della natura.

THRILLER LIFE: Un elemento che colpisce il lettore, e parimenti lo lascia interdetto, è il fatto che Kalmann contemporaneamente dimostri rispetto per il mondo animale, ma pratichi la caccia.

A partire da questa che ad alcuni può sembrare una contraddizione, vuoi spiegarci quale è il rapporto del popolo islandese con il mondo animale?

JOHACHIM SCHMIDT: Kalmann è stato allevato da suo nonno che era pescatore e cacciatore. Poiché non andava bene a scuola, ha avuto l’opportunità di trascorrere molto tempo con il nonno ed imparare da lui.

Ecco perché si dedica alla caccia, anche se a volte si sente in colpa quando uccide una volpe o uno squalo, animali che potrebbero avere moltissimi anni.

Tuttavia, il suo modo di pensare è molto concreto e diretto: se vuoi mangiare, devi cacciare. Semplice!

THRILLER LIFE: Sappiamo che sei nato e cresciuto in Svizzera ed ora vivi in Islanda.  Come ha inciso prima sulla tua formazione, poi sulla tua attività di scrittore, l’esserti spostato a vivere dalla Svizzera all’Islanda?

E quali elementi dei paesi in cui hai vissuto sono presenti nel tuo thriller?

JOHACHIM SCHMIDT: L’Islanda è molto stimolante, ma non saprei dirti con certezza il perché: forse sono i paesaggi immensi o forse l’energia che proviene da dentro o forse ancora è la solitudine che si può provare qui.

Tutto quello che so è che questa isola vulcanica mi ha spinto a scrivere libri. Anche la letteratura in Islanda è molto apprezzata e ha standard elevati, ma per me scrivere libri è anche una forma di integrazione. Studio l’Islanda ogni giorno, voglio capirla, voglio farne parte. Nei miei libri offro una prospettiva diversa sull’Islanda e, a volte, una visione critica; una caratteristica molto svizzera, credo. Inoltre, l’integrazione è difficile, richiede molto lavoro e a volte può essere frustrante. Aiuti per la scrittura.

THRILLER LIFE: Questo è il tuo primo thriller con protagonista Kalmann: possiamo sperare che ci sarà un seguito alle sue vicende, dal momento che è impossibile non affezionarsi a Kalmann – così come un approfondimento della vicenda che riguarda la mafia lituana?

JOHACHIM SCHMIDT: Speriamo che “Va tutto bene. Il primo caso di Kalmann” trovi molti lettori italiani, così che la casa editrice SEM si convincerà a tradurre anche Il secondo caso Kalmann! In questo seguito (“Kalmann e la montagna addormentata”), Kalmann scopre alcuni segreti sul nonno; a tal riguardo non preoccuparti troppo della mafia lituana: il vero pericolo sembra essere nascosto tra le rovine della Guerra Fredda.

THRILLER LIFE: Quali sono gli autori che prediligi e quali i romanzi che hanno segnato la tua vita di lettore?

JOHACHIM SCHMIDT:  Lo scrittore che mi ha influenzato di più è Markus Werner: sogno ancora di diventare uno scrittore bravo come lui! Posso leggere e rileggere i suoi libri, come “Quando la vita chiama” (Neri Pozza, 2005).

Un altro libro che potrebbe aver influenzato Kalmann è “Il buon soldato Sc’vèik” dell’autore Jaroslav Hašek. Sono sicuro che in Kalmann ci sia un po’ di Sc’vèik. E poi ci sono molti scrittori islandesi che ammiro. Il mio più grande eroe è Gunnar Gunnarsson. “Black Claw”, tradotto da Maria Valeria d’Avino, Iperborea, Milano, 2021, è un travolgente giallo islandese, forse il primo del suo genere e assolutamente da leggere.

THRILLER LIFE: Quale messaggio e saluto vuoi lasciare ai lettori di Thriller Life?

JOHACHIM SCHMIDT: Continuate a leggere! Non importa cosa, gli studi dimostrano che leggere ogni giorno allunghi la vita, rallenti il declino e riduca lo stress.

La redazione di Thriller Life ringrazia Johachim Schmidt per la disponibilità

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