Speciale Owe Dahlaberg protagonista di “La condanna del silenzio” del misterioso Arwin J. Seaman

La condanna del silenzio

La condanna del silenzio

Rubrica e articolo a cura di : Laura Crottini

Collaborazione di: Silvia Deriu

Arwuin J. Seaman

Owe Dahlaberg è il protagonista di “La condanna del silenzio”, terzo volume della saga riguardante l’isola di Liten scritto da Arwin J. Seaman, pseudonimo di un misterioso autore italiano.

Questa saga ha un’ambientazione nordica: l’isola di Liten, inventata dall’autore, si trova nel mare fra Danimarca e Svezia, ma i suoi abitanti non si riconoscono né nell’una né nell’altra. Solamente chi vive a Liten può capire veramente l’isola, la sua natura selvaggia e i suoi particolari abitanti.

La particolarità di questo progetto è l’impostazione dei volumi: ogni titolo propone il punto di vista di uno degli abitanti dell’isola, creando storie a sé stanti ma con tratti in comune, a delineare quella che è la comunità di Liten. Owe Dahlberg, in quanto capo della polizia, è una sorta di fil rouge in questa serie.

Il primo volume, “Omicidio fuori stagione”, è scritto dal punto di vista di Henning Olsson, ispettore delle scientifica chiamato sull’isola di Liten per via di alcuni macabri ritrovamenti.

Un giorno di calma apparente”, secondo volume di cui trovate la nostra recensione qui, ci racconta di Malin Dahlberg, figlia di Owe, finita nell’occhio del ciclone per la sua tendenza a diffondere sui social gli avvenimenti dell’isola, screditandola.

La condanna del silenzio”, terzo e al momento ultimo capitolo uscito, è dedicato a Owe Dahlberg che, in quanto capo della polizia, è una sorta di fil rouge in questa serie. Anche di questo titolo trovate una recensione sul sito per approfondire (link recensione).

In “La condanna del silenzio” Owe viene indagato nel profondo, finalmente entriamo nella sua psiche così da comprendere il perché dei suoi atteggiamenti. Siamo di fronte a un personaggio molto riflessivo, sempre composto, poco incline a colpi di testa o a lasciarsi andare all’emozione. Ci appare, nei volumi precedenti, molto più propenso a nascondersi, al punto da esser considerato passivo.

C’era stata molta rabbia in lui, per un breve periodo della sua vita, e aveva faticato a placarla. Non si illudeva che fosse scomparsa, era addormentata, come il vulcano sotto al lago. Doveva stare attento che non si risvegliasse.

(p. 14)

Il tema principale indagato in questo volume è il rapporto con la figlia, Malin, una diciassettenne con un carattere molto particolare. Il loro cattivo rapporto è dovuto in parte al fatto che il padre l’ha dovuta crescere da solo, contando solo sull’appoggio dell’“esercito di Malin”, dopo la prematura scomparsa della moglie. Owe è sempre estremamente obiettivo e spesso autocritico:

Owe sapeva per certo che Malin lo odiava, lui conosceva la ragione di questa rabbia.

(p. 49)

Non aveva raggiunto quella posizione, quindi, per effettivi meriti o competenze straordinarie, ma esclusivamente per questioni burocratiche.

(p. 58)

Insomma, siamo di fronte a un personaggio che non si può non amare per via del suo candore e – perché no – della sua semplicità, ma Owe non è solo questo. In “La condanna del silenzio” il capo della polizia evolve nel profondo, lascia cadere quella maschera di compostezza e finalmente mostra il vero sé alla figlia e alla società, ritrovandosi solo contro tutti per cercare di salvare una ragazza che nessuno pensa sia in pericolo. Owe dimostra di esser disposto a tutto per le persone a cui tiene, persino essere umiliato, pur di continuare per la sua strada.

Fin dall’inizio è apparso come un uomo non solo semplice e dotato di grande umiltà, ma anche un uomo che, a dispetto della sua stazza, ha una sensibilità che pochi possiedono. Si sente responsabile un po’ per tutti, forse per via del ruolo che ricopre, ma forse sono la sua bontà d’animo e la sua empatia che gli conferiscono il ruolo di papà di Liten. Un ruolo che purtroppo non viene riconosciuto da sua figlia, che lo considera un debole, incapace di prendere posizione e di starle vicino. Proprio in questo terzo libro, questo ruolo perde di credibilità, emerge la sua vera identità paterna celata fino a quel momento dal troppo amore per sua moglie e il desiderio di accondiscenderle.

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