Intervista a Franco Ricciardiello per “Cosa succederà alla ragazza”: un thriller sospeso tra realtà e finzione

Franco Ricciardiello

Cosa succederà alla ragazza

Domande a cura di: Laura Crottini

Spazio a cura di: Sharon Lattanzi

Cosa succederà alla ragazza

Franco Ricciardiello è nato a Vercelli nel 1961 ed è uno scrittore. La sua carriera inizia a diciannove anni per poi proseguire con la pubblicazione di racconti e saggi. Ricordiamo “Torino” e “Saluti dal lago di Mandelbrot” pubblicati su Millelire/Stampa Alternativa.

ThrillerLife: Ciao Franco, grazie per aver accettato l’intervista! Lei nasce come scrittore di fantascienza (“Outremer”, “All’aurora nelle splendide città”, “Archeologie del basso futuro”, “Sole distante, luna di sale”,”Ancora il mondo cambierà”, “Quando il sole bruciava” e altri), quali sono i punti in comune (e le differenze) tra la fantascienza e il thriller?

Franco Ricciardiello: Entrambi appartengono a quella letteratura chiamata “di genere”, che comprende anche il giallo, il romance, l’horror e via dicendo; sottostanno quindi a particolari regole omogenee, che da una parte permettono di “classificare” alcune opere in maniera omogenea, dall’altra danno ai lettori la possibilità di ritrovare emozioni vissute in libri simili. Obiettivamente, i punti in comune tra fantascienza e thriller non sono numerosi, benché molta cinematografia che si basa su effetti speciali, ritmo incalzante e adrenalina tenda a mescolare elementi da entrambi.

A mio avviso, il più rilevante punto di contatto è quello del realismo: la science fiction non deve mai abbandonare la verisimiglianza del dettaglio, del particolare, della plausibilità scientifica, così come il genere thriller non può fondarsi solo sul colpo di scena pirotecnico, o su complicati rebus criminali che i serial killer inscenano per “mandare messaggi” al detective, ma deve fondarsi su solide motivazioni psicologiche e moventi comprensibili.

ThrillerLife: Erasmo, uno dei protagonisti del romanzo “Cosa succederà alla ragazza” romanzo, è un PM con il sogno di scrivere un libro, però viene sempre ostacolato. Hai messo qualcosa di te e del tuo modo di esser autore in questo personaggio?

Franco Ricciardiello: è una domanda che mi viene posta spesso; la risposta è: meno di quanto si potrebbe pensare. Estremizzando un po’ le motivazioni che spingono a scrivere un’opera di fiction, diciamo che la scrittura può rappresentare una forma particolare di utopia, quella che ci permette di far agire le persone (o i personaggi) come vorremmo che agissero nel bene o nel male. In questo senso, Erasmo Mancini è il magistrato integerrimo, imparziale, scrupoloso e comprensivo che tutti vorremmo avere davanti nel caso in cui fossimo accusati ingiustamente di un reato che non abbiamo commesso.

ThrillerLife: il nostro Erasmo è quasi ossessionato da Lucio Battisti e dalle sue canzoni (dalle quali viene tratto anche il titolo dell’opera). È quasi come se fosse un personaggio del libro. Da dove nasce questa idea? Perché proprio Battisti?

Franco Ricciardiello: perché Lucio Battisti è il più importante compositore italiano di musica d’autore dal secondo dopoguerra in poi, ha trasformato profondamente il processo di registrazione in studio, trascurando le esibizioni dal vivo per concentrarsi sulla perfezione dell’incisione. Inoltre, quando avrebbe potuto sedersi sugli allori come molti suoi colleghi, ha buttato tutto alle ortiche e ricominciato da capo con musiche dalla struttura non iterativa, praticamente senza chorus, con un nuovo autore di testi e con liriche svincolate dal significato logico. Ha trasformato non solo la propria voce in strumento, ma persino le parole in suono.

ThrillerLife: nel libro citi casi di cronaca nera, come per esempio: Fusako Sano. Come mai questa idea di mischiare realtà e finzione? Come ti sei documentato al riguardo? Anche Valentina e Magda hanno delle tracce di realtà?

Franco Ricciardiello: Valentina è naturalmente basata sul più famoso dei casi di sequestro di lunga durata avvenuto in Europa, che ho citato anche nel testo: quello dell’austriaca Natascha Kampusch, che rimase nelle mani del suo rapitore da quando aveva dieci anni fino ai diciotto. In rete si trova una documentazione vastissima su una serie di casi criminali, specialmente se si è in grado di leggere testi in altre lingue (io leggo francese, inglese e spagnolo).

Nei miei romanzi incorporo molto spesso storie reali tratte dalla cronaca, dalla storiografia, dal cinema e da altro, sia per divulgare le storie stesse (spesso più incredibili di quelle d’invenzione), sia per aumentare la credibilità della volontaria sospensione dell’incredulità di chi legge. La citazione e il pastiche sono inoltre due caratteristiche della letteratura postmoderna, che considero il faro della mia scrittura.

ThrillerLife: la musica sembra quasi la vera protagonista dell’opera, è una costante e se ne parla in modo molto dettagliato. Queste conoscenze vengono da te personalmente oppure ti sei dovuto documentare? E come?

Franco Ricciardiello: dopo la letteratura, la musica è in effetti il mio principale interesse. Sono tra coloro che ancora acquistano musica in vinile e in compact disc, perché la dematerializzazione dei canali digitali mi impedisce di apprezzare l’oggetto disco, che ha una sua ragione d’essere in quanto opera unitaria il cui significato è superiore a quello dei singoli pezzi che contiene. Il movimento estratto da una sinfonia o da una sonata perde del tutto il senso, e così pure, in maniera minore ma sempre percettibile, il brano singolo estrapolato da un album.

Non ho mai catalogato la musica che possiedo, ma ritengo di avere alcune migliaia di album, soprattutto di musica d’arte (quella che di solito chiamiamo “classica”), ma anche pop, oltre a canzone d’autore e a musica etnica e contemporanea da tutto il mondo. La mia ambizione come autore sarebbe quella di riuscire a trasmettere con la scrittura le stesse emozioni che provo nell’ascolto della musica — impresa forse impossibile, dal momento che il linguaggio è per sua natura limitato.

ThrillerLife: hai tre libri del cuore da consigliare ai nostri lettori?

Franco Ricciardiello: hai detto tremila o solo tre? Va bene, ho capito. Dunque: Il pendolo di Foucault di Umberto Eco, geniale costruzione letteraria piena di riferimenti, citazioni, invenzione letteraria; L’arcobaleno della gravità di Thomas Pynchon, capolavoro del postmoderno USA; e I reietti dell’altro pianeta di Ursula K. Le Guin, un’opera fondamentale nel campo della fantascienza impegnata.

ThrillerLife: prima di salutarci, vuoi lasciare un messaggio a chi ci legge?

Franco Ricciardiello: il messaggio è semplicissimo: leggete, continuate a leggere non solo i libri che vi divertono o che rientrano nel vostro genere preferito; cercate sempre di leggere qualcosa di nuovo, un po’ più difficile di quello che avete letto finora, perché la letteratura ci aiuta a comprendere il mondo, la vita e noi stessi e per questo non dobbiamo mai accontentarci di quello che abbiamo già imparato.

La redazione di Thriller Life ringrazia Franco Ricciardiello per la disponibilità.

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