Aisha deve morire
Recensione di Giusy Giulianini
Tutti la cercano, è una corsa contro il tempo.
Ma Emma e Kate sanno che il prezzo per la sua libertà è la vita.
Quando Razia Nawaz, una giovane pakistana, si presenta all’agenzia investigativa di Emma per chiederle di ritrovare sua sorella Aisha, lei teme il peggio.
La ragazza, dopo una violenta lite con il padre, è scappata e nessuno sa dove sia. Ma la sorella, nonostante nasconda parte della verità a Emma, sostiene di volerla aiutare.
Emma e Kate cercano insieme di ricomporre un puzzle cui mancano dei pezzi fondamentali: perché Aisha è fuggita? Chi l’ha aiutata? Qualcuno l’ha vista? Perché la sorella ha vietato a Emma di contattare gli altri membri della famiglia?
La comunità pakistana è chiusa, ermetica. L’investigatrice e la scrittrice devono muoversi con cautela nella speranza di trovarla prima di chi ha deciso di punirla con la morte per la sua disobbedienza.
Ma contro di loro si erige un muro di omertà difficile da superare e il tempo scorre inesorabile.
Eppure devono far presto perché, mentre l’ombra cupa del destino subìto da chi si è ribellato alle leggi non scritte della tradizione si stende sulla vicenda, dalle profondità del lago emerge un terribile segreto…
Una nuova storia dove amore e vendetta si intrecciano indissolubilmente, dove la speranza è un filo sottile che potrebbe spezzarsi in ogni momento.
Recensione
Da sempre, Flumeri e Giacometti hanno saputo incorniciare nella dimensione di romanzo – crime o romance, non importa – il ritratto vibrante di una condizione femminile non del tutto affrancata da pregiudizi e disparità, spesso ricercandone le cause in ambiti famigliari disfunzionali.
Da tempo, poi, hanno incentrato i loro plot narrativi su atti di furia inaudita che balzano dalle cronache criminali per sgomentare la nostra attualità.
Indirizzati contro l’ambiguità sessuale, come nell’intenso Se la città dorme (Self-Publishing, 2022), o, come nel caso di Aisha deve morire, contro un diritto alla libertà non riconosciuto da certe tradizioni.
Aisha, la protagonista, è una giovane donna pakistana che i genitori, trapiantati da qualche anno a Cantù in cerca di un riscatto economico e sociale, hanno richiamato solo di recente presso di loro.
Forse riconoscendo in lei un germe di ribellione da sedare sul nascere, relegandola fino all’ultimo nella patria d’origine.
Trasferita solo da pochi mesi nella provincia comasca, Aisha dunque ha preso contatto con una realtà nuova e attraente, dove le donne possono studiare, rendersi indipendenti, sposarsi o no, come preferiscono.
Possono cioè godere di quei diritti fondamentali che noi ormai consideriamo scontati ma che in molti paesi del mondo sembrano ancora un traguardo irraggiungibile.
Il dramma esplode quando il padre le comunica di aver scelto lo sposo con il quale a brevissimo dovrà convolare a nozze, sottomettendosi a un destino del tutto similare a quello già imposto alle due sorelle maggiori.
Aisha invece non ubbidisce e fugge, scatenando la furia del padre che vede in quel suo atto di ribellione una minaccia al ruolo sociale faticosamente conquistato nella comunità pakistana del luogo.
Un’onta che può essere cancellata solo da una punizione esemplare: il prezzo è la vita della figlia.
Accanto a una madre affranta ma terrorizzata dal marito e a una sorella maggiore che subito si allea con la morale del padre, si staglia la figura tenera e comprensiva della secondogenita Razia che, pur non condividendo la fuga di Aisha, teme per la sua vita e decide di trovarla prima che siano gli uomini della famiglia a farlo.
Razia si rivolge perciò all’agenzia investigativa di Emma Castelli e l’ingaggia per mettersi all’inseguimento della fuggitiva. La sua parziale omertà, Razia tace infatti le vere motivazioni della sua angoscia, insospettiscono Emma che però percepisce l’affetto sincero che lega le due sorelle.
Un’indagine, quella di Emma, che si rivelerà irta di ostacoli e di menzogne, di verità taciute e di violenze estreme.
Senza nulla togliere alle ragioni della tensione e del ritmo narrativo, Aisha deve morire perviene a un ritratto del tutto convincente e toccante di una protagonista femminile nella quale la volontà di perseguire un insperato destino di libertà confligge con un superstite amore per quel padre pur così violento e con lo spirito di una tradizione che ormai rifiuta per sé ma che le resta indelebilmente impressa.
Aisha, che veste all’occidentale e si trucca sperando nella forza salvifica di un un amore non imposto, resta però figlia di quel padre e di quella sua terra d’origine e, pur non comprendendo le ragioni estreme che reclamano il sacrificio della sua vita, ne rispetta l’ortodossia.
Flumeri e Giacometti compongono a colori vivi il suo ritratto, rivelando ancora una volta doti non comuni di acume e sensibilità, oltre a uno studio attento della letteratura in tema di matrimoni forzati.
Il duo formato da Emma Castelli, ex poliziotta e ora brillante investigatrice sul campo, e dalla scrittrice Kate Scott, costretta in back office da un’agorafobia che continua a tenerla in ostaggio ma che non le impedisce di offrire le sue brillanti doti di ricercatrice, funziona alla grande: alla nona indagine di scrittura seriale, cui dall’inizio contribuiscono anche Giulia Beyman e Paola Gianinetto, non mostrano segni di usura e mantengono un affiatamento di affetto e lavoro davvero invidiabile.
Flumeri e Giacometti, da collaudate sceneggiatrici di fiction a lunga serialità, sfruttano sapientemente i ben oliati ferri del mestiere per mettere a segno un racconto di piena presa emotiva e di trascinante ritmo narrativo.
Un cenno di particolare apprezzamento va rivolto all’inusuale ambientazione comasca: nelle profondità del Lario, lungo le sue strade costiere spazzate da un vento gelido, sulle rive di un Lago di Piano immerso in una tavolozza di grigi desolanti, prende vita l’efficace antitesi all’immagine consueta di Como, a volte troppo cartolinesca e mondana.
Popolata invece di spettri e carnefici, densa di oscurità in cui a ragione può albergare la paura dell’ignoto di Aisha.
In quel contrasto, tra patinato e angoscioso, perfino la scultura de Le mani, che si staglia a simbolo di accoglienza davanti alla stazione di Como, finisce per evocare la forza respingente del pregiudizio nei confronti di chi è diverso da noi.
Da leggere, per gustare un’indagine credibile e trascinante ma cogliere al contempo spunti non banali di riflessione.
Editore: Independently published (Serie Emma & Kate, n°9)
Pagine: 308
Anno pubblicazione: 2023 (febbraio)
Elisabetta Flumeri e Gabriella Giacometti sono da anni una collaudata coppia creativa.
Esordiscono come autrici di romanzi sentimentali e fotoromanzi, per poi passare a scrivere per la radio, la pubblicità e le riviste femminili e per ragazzi.
Pubblicano anche diverse guide per gli Oscar Mondadori e in seguito lavorano come sceneggiatrici televisive di lunga serialità, affrontando generi diversi, dalla commedia al sentimentale, dal giallo al dramma in costume.
Nello stesso tempo operano come editor e supervisori di fiction tv e tengono corsi di scrittura creativa per insegnanti e alunni delle scuole elementari e medio superiori.
Dal 2013 sono tornate al mondo dell’editoria e hanno pubblicato con Sperling & Kupfer (i diritti de L’amore è un bacio di dama sono stati acquistati da USA, Spagna, Germania, UK, Polonia, Francia, Bulgaria e Israele) e Emma Books.
Nel settembre 2013 fondano EWWA, European Writing Women Association, un’associazione di donne che opera nel mondo della scrittura.
Per il 2015 sono state nominate ambasciatrici per We Women for EXPO.
In ambito crime hanno firmato con lusinghiero successo quattro romanzi della serie “Emma & Kate” e il recente Se la città dorme, salutato da plausi unanimi anche per l’originalità del tema trattato.