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E non è finita mai di Luca Occhi

E non è finita mai

E non è finita mai

La notte del lunedì di Pasqua del 1982, nei pressi di Cesenatico, viene assassinato Albert Waas, un turista tedesco. Il caso, stando alle indagini ufficiali, pare destinato a chiudersi in fretta, ma l’agente Ettore Billai e il bancario Marco Gandolfi, ex compagni di scuola e mai stati amici, decidono per motivi differenti di collaborare e di proseguire a indagare assieme.

Poiché, mentre si avvicina la fase finale del Mondiale di calcio in Spagna, quel delitto potrebbe essere solo l’ultimo di una lunga scia di sangue destinata a non arrestarsi.

RECENSIONE

A qualche anno dall’uscita de Il Cainita (Damster Edizioni, 2017), di nuovo e con la medesima presa, Luca Occhi avvince il lettore in una trama fitta di odio che travalica i decenni per giungere a imprigionare tra le sue briglie nefande il presente e, chissà, forse anche il futuro.

In una Cesenatico dei primi anni Ottanta, ben ritratta nella luce chiara e un po’ nostalgica del lunedì di Pasqua, affollata di turisti stranieri ma non ancora assediata da italiani come accade oggi, il tedesco Albert Waas viene assassinato dietro una baracca di lamiera, mentre è intento a soddisfare esigenze corporali improrogabili per la troppa birra ingurgitata.

Una rapina finita male, come sembra suggerire la sparizione di portafoglio e valori? O l’atto deliberato di chi sa come trapassare il cuore con una lama affilata, visto il colpo inflitto con precisione dal basso verso l’alto?

La prima ipotesi aggrada da subito a Vallefuoco, un commissario della questura di Forlì mandato a indagare in appoggio ai colleghi di Rimini.

Disilluso com’è dai troppi anni di servizio, si mostra impaziente di chiudere la faccenda senza rogne di sorta e di arrivare indenne all’ormai prossima pensione.

Ben diversa è l’impressione che il giovane agente Ettore Billai riceve dalla scena del crimine: il suo sguardo, fresco ed entusiasta di chi non è ancora vittima del mestiere, registra una crudele professionalità nell’omicidio del tedesco e non riesce ad acquietarsi all’ipotesi della rapina.

A dispetto dei superiori – commissario, questore e magistrato, impegnati tutti allo spasmo nella ricerca di un comodo capro espiatorio -, Ettore si impegna in una indagine personale, trovando un improbabile alleato nell’ex compagno di scuola Marco Gandolfi, con cui non è mai corso buon sangue e nemmeno oggi esiste una gran simpatia.

Gandolfi però, bancario sui generis che pare avere il mondo “in gran dispitto”, fin lì lupo solitario e cinico, è motivato quanto Billai per l’interesse personale che lo lega alla sorella del morto, Eva.

Si forma così un insolito sodalizio, l’integerrimo Ettore e il possibilista Marco, che, senza mai sfociare in amicizia, mostra comunque di saper scavare a fondo tra eventi bizzarri che accadono in Riviera, collegando indizi apparentemente slegati e incappando in una rete criminale che presto include l’investimento intenzionale del commissario Vallefuoco, la sparizione del proprietario di un terreno confinante con la baracca dove è stato ucciso il tedesco e addirittura il furto di esplosivi dal deposito di una cava della zona.

Mentre la Romagna si avvia all’estate, desiderosa di liberarsi di qualunque ombra criminale per presentarsi immacolata alla sua stagione di gloria, l’Italia tutta si assiepa disillusa davanti ai televisori per assistere a un campionato di calcio senza nemmeno una speranza di qualificarsi.

In un crescendo di colpi di scena calcistici che fa da contraltare alla spirale di violenza che investe Cesenatico, la trama d’odio che viene da lontano finisce per rivelare il suo insospettabile volto.

Luca Occhi in E non è finita mai costruisce ancora una volta una trama originale e ricca di eventi inaspettati.

Fin qui, d’altronde, Luca ha solo pubblicato storie che per imprevedibilità ben si distinguono nel panorama della narrativa crime italiana, narrate tutte con lessico vivace, ritmo veloce e un pizzico di nostalgia per certe letture adolescenziali in cui il gusto dell’avventura la faceva da padrone. Io so che, di altre storie così, ha i cassetti pieni e mi auguro di poterle leggere al più presto.

La coppia di investigatori cui dà vita in questo romanzo, uno per professione e uno per caso, si rivela trascinante e convincente nella spiccata diversità di caratteri e di modi: uno onesto ed equilibrato, l’altro disincantato e opportunista, finiscono per trovare nella ricerca della verità un improbabile punto di contatto e un terreno sul quale collaborare senza per questo divenire amici.

Un capoclasse e un randagio che da rive lontane di vita mostrano di saper perseguire – per esigenza di verità l’uno, per un sentimento che non vuole neppure ammettere l’altro – un comune intento di giustizia.

La Cesenatico che l’autore ritrae a vivide pennellate profuma di fritture fragranti di pesce, di piadina e sangiovese.

Di una primavera e di un’estate destinate a rimanere nella memoria collettiva per la gloria calcistica di un’Italietta partita come insignificante avversaria e finita trionfatrice sulla tracotante Germania.

Curioso, e ben reso nel romanzo, il rapporto tra le nostre due nazioni nel secolo scorso: nemiche, poi alleate, l’Italia in una condizione di sudditanza che dura tuttora. Sufficiente a scatenare un odio implacabile? Al romanzo l’ardua, e soggettiva sentenza.

Il racconto di Luca Occhi si fa apprezzare anche per un disegno che per oltre un secolo segue e rivela un filo invisibile, attraverso luoghi lontani nello spazio e nel tempo: da pendici montuose “impastate di carne e sangue” a una terra piatta e incolta

irradiata di luce spettrale, fino a “un desolato pantano su cui il sole si rifiuta di gettare anche solo uno sguardo distratto

Tanti gli spaccati di cronaca che impreziosiscono il racconto, dalla rabbiosa impotenza studentesca che bruciava negli ultimi roghi di piazza nel ’77, all’omicidio nel 1982 a Palermo del sindacalista Pio La Torre e dell’attivista che gli faceva da scorta, al ritrovamento a Londra in quello stesso anno del cadavere di Roberto Calvi.

Molti gli sguardi profondi e sensibili con cui Luca occhi dà corpo allo svolgersi della vicenda: dall’intenso racconto della crisi di astinenza di un carcerato

gli occhi che bruciavano come se le lacrime si fossero mutate in acido, i muscoli che parevano staccarsi dalle sue stesse ossa per fuggire via

alla cultura paragonata a

una moneta guardata con sospetto, che vale davvero poco al borsino della vita

fino a quello che al tempo del racconto era il nuovo millennio, ancora lontano, al quale però

si procrastinava tutto ciò che era ritenuto irrealizzabile, quasi fosse un sinonimo della parola mai

Un romanzo breve di pagine, ma denso di significato e di contenuti. Da leggere per il divertimento di una storia ben raccontata, ma anche per trovare qualcosa di più.

Editore: Bacchilega Edizioni
Collana: Zero
Pagine: 144
Anno pubblicazione: 2023

AUTORE

Luca Occhi, imolese d’adozione, è fra i fondatori di Officine Wort.

Ha vinto diversi premi, tra cui la I edizione del Premio Internazionale M.A.R.E, la I edizione del Concorso Letterario Nazionale Città di Lodi, la VI edizione del Premio Francesco Gelmi di Caporiacco e la I edizione del Premio Letterario Valle del San Lorenzo – “La Baia delle Balene”.

Nel 2016 ha vinto la IV edizione del Premio Letterario Internazionale Città di San Giuliano Milanese e il Garfagnana in Giallo per la sezione racconti inediti.

Finalista al MystFest di Cattolica nel 2011 e nel 2015, oltre una ventina di suoi racconti sono stati pubblicati in antologie.

Nel 2017 è uscito in libreria Il Cainita (Damster Edizioni), il suo primo romanzo, che si è classificato al terzo posto nella sezione romanzi editi alla III edizione del Festival Giallo Garda, e nel 2018 il racconto lungo in e-book Tartare (Oakmond Publishing).

Nel 2019 ha pubblicato il suo secondo romanzo Della stessa sostanza del buio (Zero-Bacchilega Editore).

Nel 2020 ha pubblicato Se perdo te (Golem Edizioni), romanzo scritto a quattro mani con Giorgio Ottaviani.

Nel 2021 ha pubblicato il romanzo per ragazzi Il mistero del Lago Nero (Pelledoca Editore, Collana Neroinchiostro).

Nel 2023 ha dato alle stampe E non è finita mai (Zero-Bacchilega Editore).

È stato Condirettore Artistico dell’AEmilia Noir Festival e del Castel Nero Grasparossa Noir Crime Festival.

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