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Maledizione Gonzaga di G.L. Barone

Maledizione Gonzaga

Maledizione Gonzaga

Siamo alla corte di Vincenzo Gonzaga nel 1591, il duca durante una battuta di caccia trova due cadaveri quasi decapitati e un misterioso dipinto.

I morti sono i due emissari che aveva inviato alla Corte di Milano per effettuare uno scambio tra i territori del Monferrato con quelli del Cremonese più vicini a Mantova.

Saranno state le ninfe del Mincio come narra la leggenda o si tratta di un intrico politico?

Dopo aver spodestato i Bonacolsi, i Gonzaga hanno governato per lunghi anni su Mantova, sempre temendo che si avverasse la maledizione che pare incombesse su di loro: la perdita del potere.

I miei avi temevano che prima o dopo, come i Gonzaga lo avevano conquistato spodestando i Bonacolsi, qualcuno lo avrebbe sottratto a noi.

È proprio questa maledizione che aleggia in ogni pagina di questo romanzo e che ci porta non solo alla Corte di Mantova, ma un po’ in tutte le corti dell’epoca.

Vincenzo Gonzaga succede al padre Guglielmo e, ispirato dagli sfarzi esagerati di Isabella d’Este, non prosegue la sua oculata gestione del Ducato.

Il tarlo del suo regno sono i disordini nel Monferrato, territorio di proprietà dei Gonzaga, ma lontano e difficile da governare.

Vincenzo invia, dunque, due emissari alla Corte di Milano, per provare a fare uno scambio tra Cremona e il Monferrato stesso. Ai due emissari si affianca Bianca Donati, la sua favorita.

Tuttavia, dopo una battuta di caccia, rinviene i cadaveri dei due emissari, mentre Bianca perde parzialmente la memoria. L’unico indizio è un misterioso quadro, pieno di figure allegoriche.

Qual è il significato di questo quadro?

Questa domanda e mille altre invadono la mente del duca che a Bianca, al pittore di corte Tatti e al magistrato Gallerani dà l’incarico di indagare.

I personaggi di Maledizione Gonzaga sono delineati tutti in modo realistico ed efficace, ogni dialogo ci fa comprendere qualcosa in più di loro.

Il Duca è un uomo riflessivo, intelligente, focoso, non si fa fermare da minacce velate, vuole scoprire la verità, anche se questa potrebbe provocare la perdita del Ducato.

Bianca è una donna strepitosa per l’epoca, bella, libera, intelligente e capace, senza di lei Vincenzo è perduto, a lei affida gli incarichi più delicati, anche se pericolosi.

Il pittore Tatti è un uomo eroso dal dubbio di non essere grande e capace nella pittura come il nonno, ma capisce che a Mantova sta bene ed è lusingato di essere il pittore ufficiale della corte.

Il magistrato Gallerani è il personaggio più spassoso, intelligentissimo e arguto, ha sempre una massima pronta, è lui a mettere in fila tutte le tessere del mistero, è lui a capire che “il miglior modo per vendicarsi dei propri nemici è diventare migliori di loro… nell’inganno.”

Personaggi minori, ma non meno importanti sono lo spagnolo Salazar, il maestro degli intrighi di Milano e il reggente di Milano, che crede di poter ingannare tutti.

I Savoia compaiono solo marginalmente, ma hanno un ruolo fondamentale per l’intreccio.

Ultimo, ma non meno importante il quadro misterioso, che fa muovere tutto l’intreccio, e ci consente di visitare le varie Corti d’Italia e le meraviglie rinascimentali alla ricerca del suo autore.

La ricostruzione storica di Maledizione Gonzaga è efficacissima, siamo realmente catapultati nella Corte di Mantova, le descrizioni di Palazzo Te e Palazzo Ducale meriterebbero di entrare in una guida turistica per la loro bellezza.

L’intreccio è costruito su più piani temporali, il passato si intreccia al presente con capitoli brevi e ambientazioni diverse, rendendo la trama ancora più avvincente.

Mantua me guenuit

Editore: Newton Compton
Pagine: 320
Anno pubblicazione: 2024

G. L. Barone è nato a Varese nel 1974. Laureato in giurisprudenza, è appassionato di economia e nel tempo libero suona in un gruppo heavy metal. Lavora come funzionario presso il comune di Varese. Nel 2012 ha ottenuto uno straordinario successo di pubblico con La cospirazione degli Illuminati (Newton Compton), rimasto nella top ten degli ebook per oltre 6 mesi. Tra gli altri suoi titoli ricordiamo: I manoscritti perduti degli illuminati; Il sigillo dei tredici massoni; La chiave di Dante.

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