L’uomo che resta
Trama:
Paleolitico. Il clima è glaciale e una piccola banda di cacciatori-raccoglitori tenta di sopravvivere. Ne fa parte anche Artzai, un ragazzo emarginato per via della sua zoppia. Nel ventre di una grotta lo attende una scoperta straordinaria.
Giorni nostri. Il clima si surriscalda, ma l’umanità non sa trovare la risposta al problema. Due archeologi, Bruno e Glenda, provano a cercarla sottoterra. La loro tenacia li condurrà a un’antica verità sepolta.
Fra alcuni secoli. Il clima si è fatto torrido, ma gli abitanti di Gilanos hanno imparato a conviverci. Clizia è una ragazza curiosa, attirata dalle rovine del vecchio mondo, piene di oggetti tanto incomprensibili quanto affascinanti. Saranno proprio alcuni di essi a metterla in guardia dal pericolo che incombe.
Un’avventura lunga venti millenni, che ha come protagonista l’uomo. Quello che resta. E quello che no.
RECENSIONE:
“E come sei riuscito a sopportare il tuo destino?”
“Pensando che tutto, prima o poi, finisce.”
Destino; se si dovesse riassumere questo romanzo e tutto quello che si porta dietro con una sola parola, allora questa sarebbe destino. Il destino che non possiamo scegliere, quello che invece consapevolmente ci creiamo e quello che abbiamo ereditato dalle scelte altrui.
Marco Niro, (qui trovate la recensione di ThrillerLife del suo “Il predatore” e “La parola alla natura”) è riuscito a scrivere il romanzo di cui i suoi lettori avevano bisogno. L’uomo che resta è una storia che va avanti e indietro nel tempo, che racconta di noi, da dove siamo venuti e verso cosa stiamo andando.
Finalmente un libro che ha come tema principale il cambiamento climatico e che ne parla non sotto forma di trattato o di saggio, ma come una storia che fa immedesimare il lettore con ciò che succede e succederà, rendendo il tema reale, vicino e comprensibile.
“L’uomo che resta” è un alternarsi tra ieri, un quasi oggi e un probabile domani. Attraversa così tutta la storia dell’uomo, con personaggi che si alternano nelle varie epoche ma che hanno tutti dei comuni denominatori, come la terra dove abitano e una scoperta fatta ventimila anni fa che lega il destino di tutti i protagonisti.
La vicenda inizia in epoca preistorica, nel Paleolitico, quando uomini e donne hanno dovuto fare i conti con il primo devastante cambiamento climatico, la glaciazione, che li ha costretti a cambiare, a spostarsi e a lottare per sopravvivere. Protagonista è Artzai, un personaggio complesso, dal carattere deciso, poetico e artistico. Un uomo intelligente e coraggioso, ma anche riflessivo e rispettoso.
Ha un legame forte con la terra, con gli animali, con la natura che lo circonda, e non ha ancora perso il dono dell’ascolto e della comprensione del mondo in cui abita. Ad affiancarlo c’è Elaia, la sua migliore amica, che sa ascoltare il vento e sa sentire Artzai come nessun altro. Insieme affronteranno soprusi e ingiustizie, e cercheranno di sopravvivere, circondati dalla bellezza che la terra regala e dall’amore che li unisce. Insieme faranno anche una scoperta che riempirà le loro vite.
Fin da subito Niro ha creato un’atmosfera che rapisce, non è comune trovare libri ambientati in questa epoca, si percepisce lo studio che l’autore ha fatto per dare credibilità e profondità a questa parte della storia.
La narrazione poi, si sposta nel 2029. Protagonista è il professor Bruno Respighi, 35 anni, docente universitario esperto di evoluzione e archeologo. Un uomo che dedica la propria esistenza allo studio e all’insegnamento. Il suo obbiettivo è di far comprendere ai propri studenti come, per la prima volta nella storia della terra, il cambiamento climatico non sia un evento naturale ma causa dell’uomo, di come a breve la vita sul nostro pianeta diventerà impossibile, costringendoci a scelte che non avranno nulla di buono. È un uomo determinato e appassionato che lotta per le cose in cui crede. Ad affiancarlo c’è Glenda, sua compagna da una vita, che condivide l’amore per l’archeologia, per la conoscenza, per la scoperta.
Protagonista indiscusso di questa parte de “L’uomo che resta” è il delirio di onnipotenza.
“Pensavamo che tutto quanto esistesse fosse stato creato per noi da un’unica volontà onnipotente.”
Con il successivo balzo, il lettore si trova nel futuro, alcuni secoli dopo il nostro. Il mondo come lo conosciamo non esiste più, è tutto stravolto, non esistono più città, ma villaggi, e la vita è tornata ad essere fatta di cose semplici, di contatto con la natura. Ma il caldo e l’arsura rendono l’esistenza difficile e complessa. La protagonista di questa parte è Clizia, una futura sacerdotessa, che cerca affannosamente risposte su quanto accaduto al pianeta.
Le tre narrazioni si alternano, durante tutto il romanzo, andando avanti e indietro nel tempo, regalando al lettore un flusso narrativo capace di dare piena conoscenza e comprensione dei fatti.
Atzeni, Bruno e Clizia vivono il loro tempo in lotta con persone che non hanno scrupoli, che agiscono spesso per istinto o cattiveria. Ciononostante, continuano a sognare. Ma soprattutto amano e credono in un modo fatto di bellezza.
In contrapposizione a loro abbiamo Donaiki, nella preistoria, Ottolenghi nel presente ed Helena nel futuro. Facce diverse della stessa medaglia, personaggio arrivisti, strafottenti, e violenti.
Con L’uomo che resta Marco Niro lancia un messaggio volto a spronare gli animi. Anche se forse non siamo più in tempo per cambiare le cose.
Editore: Les flâneurs Edizioni
Pagine: 320 p. brossura
Anno di pubblicazione: 2025
AUTORE:

Marco Niro è fondatore insieme a Mattia Maistri del collettivo di scrittura Tersite Rossi, giornalista e scrittore. Laureato in Scienze della comunicazione, ha collaborato con varie testate giornalistiche e oggi, oltre a scrivere, si occupa di comunicazione ambientale.
Ha all’attivo un saggio (“Verità e informazione. Critica del giornalismo contemporaneo”, Dedalo 2005), due libri per ragazzi (“L’avventura di Energino”, Erickson 2022; “Alice nel Paese delle Tavole Imbandite”, Erickson 2024) e, col collettivo Tersite Rossi, 4 romanzi (“È già sera, tutto è finito”, Pendragon 2010; “Sinistri”, e/o 2012; “I Signori della Cenere”, Pendragon 2016; “Gleba”, Pendragon 2019) e 2 raccolte di racconti (“Chroma. Storie degeneri”, Les Flâneurs 2022; “Pornocidio”, Mincione 2023).
Ha scritto anche “Il predatore” (Bottega Errante 2024).